Più sicurezza con l’occhio “elettronico”: attiva la videosorveglianza provinciale

Più sicurezza con l’occhio “elettronico”: attiva la videosorveglianza provinciale

Un esempio virtuoso di collaborazione tra enti. Il primo del genere in Italia. Presentato questa mattina in Prefettura il sistema provinciale di videosorveglianza. Una rete di 47 telecamere leggitarga disseminate in tutti i 30 varchi di accesso alla provincia e in alcuni degli snodi principali.

L’idea, ha ricordato Ennio Vigne (presidente di vallata del Bim), è partita nel 2016 dai comuni di Limana e dell’allora Trichiana. Ma poi il progetto è stato ampliato, coinvolgendo tutta la provincia, ed è stato inserito nella programmazione del Fondo per i Comuni di confine, che lo ha finanziato con 900mila euro (gli altri 35 mila sono stati messi dal consorzio Bim).  E poi, in seguito alla nascita del comitato provinciale ordine e sicurezza, l’ultimo step, con il passo indietro delle amministrazioni comunali, che hanno demandato alle forze dell’ordine la gestione e il coordinamento della rete.

In autunno l’implementazione e i primi test, e dal primo aprile la rete di “occhi elettronici” è definitivamente operativa. «Questo progetto è un tassello importante per la sicurezza del territorio – ha ricordato nel suo intervento il presidente della Provincia, Roberto Padrin – uno degli indici che ci pone al vertice nazionale per quanto riguarda la qualità della vita».

Ma come funziona il sistema? Lo ha spiegato il direttore della Sit (la società informatica territoriale, il braccio operativo del Consorzio Bim), che ha curato la realizzazione del sistema informatico. Ogni auto in ingresso e in uscita dalla provincia sarà monitorata. In teoria, quindi, non potrà sfuggire nulla alle Forze dell’ordine, gli unici organi autorizzati ad utilizzare il software. Ma il sistema fa anche di più: è in grado, ad esempio, di riconoscere colore, modello, tipologia del veicolo e se si tratta di automezzi italiani o stranieri. Una mole di dati che, raccolti e organizzati, permetteranno di ottenere statistiche precise e aggiornate per quanto riguarda i volumi di traffico, spendibili anche in ottica turistica.

«Questo progetto è un unicum in Italia – ha ribadito il presidente del consorzio Bim, il sindaco di Comelico superiore, Marco Staunovo Polacco – e dimostra che quando vuole questo territorio è in gradi di portare a termine progetti importanti e condivisi. Siamo pochi ma se vogliamo siamo uniti».

Un progetto pilota che, ha anticipato il Ministro per i rapporti col Parlamento, Federico D’Incà, «merita di essere conosciuto a livello nazionale, e ne parlerò sicuramente, appena possibile, con il ministro Lamorgese».

Ma non è finita qui. Il sistema di videosorveglianza, come detto, è già operativo (e nel solo mese di marzo ha certificato il passaggio in provincia di 6.300.000 veicoli) ma avrà un ulteriore step di aggiornamento. «Il 20 maggio saranno definite le nuove schede dei Fondi di confine – anticipa Vigne – e saranno destinati altri 500mila euro per implementare il sistema in tre direttrici. Innanzitutto verrà collegato a Transit, la banca dati del ministero dell’Interno, con sede a Napoli. Questo significa che si potranno controllare in via preventiva eventuali veicoli segnalati. Inoltre il sistema provinciale sarà integrato con tutti gli analoghi sistemi già presenti a livello locale. Infine, verranno installate ulteriori telecamere in punti strategici, su indicazione delle forze dell’ordine».

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