Partite Iva, la protesta arriva in Prefettura

Partite Iva, la protesta arriva in Prefettura

Protesta silenziosa. Le Partite Iva, colpite duramente dalla pandemia, non si arrendono. E dopo aver bloccato le rotatorie a Sedico, Ponte nelle Alpi e via Vittorio Veneto, ieri si sono ritrovate sotto la Prefettura.

Controllate a vista dalle forze dell’ordine, avevano con loro una bara. Simbolica, certo, ma scenografica, con tanto di scheletro con cappio al collo.

Al loro fianco, questa volta, anche una sparuta rappresentanza di genitori contro la didattica a distanza, del mondo dello sport, testimoni delle esigenze degli amici a 4 zampe ed esponenti dell’estrema destra. Uniti nel richiedere giustizia. Ma in silenzio. I manifestanti, infatti, hanno deciso di non rilasciare dichiarazioni, affidando le loro proteste ad una serie di cartelli. E ad una lettera indirizzata al prefetto, che punta il dito contro la compressione del diritto di espressione

«Abbiamo ancora una Costituzione?  – si legge nella lettera aperta – Delle leggi ipoteticamente uguali per tutti? Una magistratura?». Viviamo una situazione, affermano i manifestanti, «In cui le pesanti sofferenze umane ed economiche cui viene sottoposta una buona metà del paese non solo vengono ingiustamente e silenziosamente utilizzate, ma rischiano di diventare elemento voluto e fondante di un modello gestionale della società in cui diritti che ritenevamo normali e socialmente fisiologici diventano sempre più inconsistenti ed evanescenti».

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