Padre Kizito Sesana: «Pace e istruzione per dare un futuro all’Africa»

Padre Kizito Sesana: «Pace e istruzione per dare un futuro all’Africa»

«Pace e istruzione sono gli strumenti per dare un futuro all’Africa; la mia è una testimonianza di speranza: c’è un’Africa giovane che guarda al futuro con speranza e per me, che da decenni sono impegnato con loro, è una meraviglia. Come cristiani, dobbiamo pensare che non basta parlare del Vangelo, ma metterlo in pratica, altrimenti sono parole consolatorie vuote che non servono a nessuno»: con queste parole, padre Renato Kizito Sesana, missionario comboniano da oltre 50 anni tra  Kenya e Zambia, ha “letto” il continente africano nel corso del secondo e ultimo appuntamento di LionsChiAmaL’Africa 2023 proposto sabato sera all’Auditorium dell’Istituto Canossiano di Feltre dal Lions Club Feltre Host con la collaborazione del Leo Club Feltre, della Diocesi di Belluno-Feltre, del Centro Missionario Diocesano e patrocinata dal Comune di Feltre.

«Tutti preferirebbero restare: chi vorrebbe abbandonare la propria casa, se potesse avere la possibilità di vivere in modo decoroso?»: da questa riflessione, padre Kizito Sesana ha poi approfondito i due pilastri necessari all’Africa per avere un futuro. «Lavoro in territorio tutto sommato pacifici, dove nonostante le interferenze politiche interne ed estere c’è la sensazione e la voglia di poter cambiare il futuro. Oltre alla pace, serve istruzione: l’educazione crea lavoro, apre orizzonti e impegni nuovi. Basta pensare che negli anni Novanta la comunità indiana ha investito pesantemente in Kenya nel settore informatico: tante applicazioni e funzioni oggi diffuse in tutto il mondo sono nate là; è il Kenya il primo stato al mondo ad aver adottato il sistema di pagamento con il telefonino. Il potenziale è enorme, ma ancora in troppi non hanno accesso non dico ai computer, ma nemmeno ai libri e alle scuole».

L’istruzione è il campo sul quale il Lions Club Feltre Host investe da tempo: «Abbiamo organizzato questi incontri proprio per capire da chi vive e conosce l’Africa quale è la situazione e cosa è necessario in quei territori: questi confronti ci hanno già permesso di “costruire ponti” e di studiare nuovi progetti. – evidenzia il presidente Emiliano Oddone – Abbiamo voluto parlare e riflettere per agire: la complessità del contesto internazionale ci impone di non agire d’impulso e di conoscere i contesti».

«A me non piace l’espressione “aiutiamoli a casa loro”, perché crea una dimensione di separazione. – conclude Oddone – Io preferisco dire “aiutiamoci insieme”, perché altrimenti il rischio è che restino diffidenza e conflittualità».

Nel corso dei due incontri, è stata organizzata anche una raccolta fondi destinata ai progetti del Lions Club Feltre Host in Africa; complessivamente, sono stati raccolti 1650 euro. «Siamo grati per il successo riscosso dall’iniziativa», chiosa Oddone. 

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