Il timore è per il gas, che alzerà ulteriormente i prezzi (già cresciuti in maniera spaventosa da inizio anno). Ma c’è una fetta importante di economia bellunese che avrà danni ingenti dalla guerra in Ucraina. Perché tra Russia e Kiev l’export bellunese vale cifre a sei zeri. Occhiali, soprattutto. Ma non solo. E con la situazione bellica in corso è ovvio che le transazioni si blocchino (o rallentino vistosamente). In ballo ci sono cifre vicine ai 50 milioni di euro. Ed erano di molto superiori prima che scoppiasse la questione Crimea, deflagrata nell’estate del 2014.
I DATI
In pratica, molte aziende bellunesi, piccole e grandi, hanno nei mercati russi e ucraini uno sbocco importante delle loro merci. Nel 2021 l’asse commerciale Belluno-Ucraina ha prodotto quasi 9 milioni di euro di export. Mentre la Russia è valsa oltre 35 milioni di euro. Sono i dati del sistema statistico regionale. E sono relativi esclusivamente al 2021, un anno che non è stato di particolare grazia verso l’est Europa, condizionato ancora pesantemente dalla pandemia e dalle restrizioni.
Se si guarda al quadro pre-Covid, si ha una misura ancora più realistica del valore dei mercati di Kiev e Mosca per le merci made in Belluno. Nel 2019 infatti le imprese bellunesi totalizzavano 46,3 milioni di esportazioni verso la Russia (ovvero l’1,1% dell’intero export provinciale). Il 78,3% delle merci dirette verso Mosca, San Pietroburgo e gli altri centri russi riguardava prodotti dell’occhialeria (per 36,2 milioni di euro). Il resto sono macchinari e prodotti agroalimentari, perlopiù.
Discorso simile per l’Ucraina: nel 2019 il made in Belluno segnava 8,2 milioni di esportazioni (5,3 milioni di euro solo di occhialeria). E adesso? La guerra spacca tutto. E ci vorranno diverse settimane per capire cosa succederà.