È autunno. E il futuro del Nevegal è sempre più appeso a un filo. L’Alpe, dopo otto anni in chiaroscuro, chiude i battenti e liquida i beni. Seggiovia, ski-lift, gatti delle nevi: tutto in vendita al miglior offerente. Che, si spera, possa essere il Comune di Belluno. Se lo augurano gli stessi vertici della società che nel 2012 comprò da Palazzo Rosso gli impianti di risalita.
Ora la strada per la salvezza prevederebbe il percorso inverso. Il sindaco Massaro e la sua maggioranza ci stanno pensando. Con calma, adesso che hanno in mano lo studio di fattibilità economica redatto da Paragon. I contenuti per ora sono top secret. Quello che si sa è che il tempo è poco.
Eppure, c’è chi continua a scommettere sul futuro del Colle. Sono gli operatori, pronti a prendere in mano la gestione degli impianti, assieme a Massimo Slaviero di Unifarco ed Enrico De Bona di Dolomitica turismo (la società del rilancio di Pian Longhi). Il loro non è più solo un interesse di facciata: ci sono impegni messi per iscritto, come conferma Alessandro Molin, direttore della Scuola sci Nevegal: «C’è stata grande adesione all’idea della società, da parte di tutti gli operatori e anche di imprenditori esterni. E tutti sono pronti a investire cifre importanti».
Non quest’inverno, però: non c’è più tempo. «Anche se il Comune ricomprasse oggi gli impianti, poi ci sarebbe da fare il bando di gestione, e se ne andrebbero dei mesi». C’è solo una cosa da fare, in attesa del bando: «Gestire il prossimo inverno a scartamento ridotto, magari attraverso una società partecipata. Ma è fondamentale garantire la continuità. Se gli impianti dovessero chiudere, non riaprirebbero più».
Insomma, c’è da scavallare l’inverno. La primavera, poi, potrebbe avere davvero colori più intensi.