C’è un pezzo di Vajont, a Feltre. È quello costruito dai ragazzi dell’istituto canossiano. Una mostra fotografica visitabile fino a fine mese che ricostruisce i tragici minuti di quel 9 ottobre 1963 che ha cambiato la storia di Longarone, del Bellunese e anche dell’Italia.
“Le memorie del Vajont” – questo il titolo dell’esposizione – nasce in realtà da un percorso ampio. Le classi quinte lo hanno cominciato a marzo, quando hanno studiato i fatti della diga (con le premesse, la storia della Sade nella valle del Piave, il monte Toc e tutto il resto) insieme all’Isbrec, con Enrico Bacchetti e Adriana Lotto. Da quello studio è stata costruita la mostra, che non vuole essere una ricostruzione al dettaglio, quanto piuttosto un modo per tener viva la memoria.
Una quarantina le immagini selezionate dagli studenti con l’obiettivo di illuminare almeno un pochino la storia del luogo e la storia dell’uomo sia prima che dopo la strage: infatti si sta avvicinando la ricorrenza dei sessanta anni dalla sciagura e i giovani vogliono sensibilizzare e tener vivo il ricordo ora che, per motivi anagrafici, i testimoni e i superstiti stanno scomparendo. Oltre alle immagini, anche un video che ripercorre proprio il giorno 9 ottobre.
L’esposizione è visitabile gratuitamente all’auditorium canossiano (via Monte Grappa 1, a Feltre) dal lunedì al sabato dalle 9 alle 12, e il pomeriggio di martedì, giovedì e sabato dalle 14 alle 16 (escluso il 14 maggio, festa del patrono).
Per prenotazioni: https://memorie-del-vajont.eventbrite.it/