Mancano soldi per le strade, Belluno, Sondrio e Verbania bussano al governo

Mancano soldi per le strade, Belluno, Sondrio e Verbania bussano al governo

«Sterilizzare il prelievo forzoso può essere lo strumento operativo per consentire maggiore spazio di manovra, soprattutto sulla questione della viabilità e delle strade». Belluno bussa al governo. E lo fa in buona compagnia, insieme a Sondrio e Verbania, due province interamente montane che condividono con il territorio dolomitico le stesse criticità e le medesime specificità. 

Proprio ieri (domenica 24 aprile) i presidenti delle tre Province si sono trovati a Longarone, nell’ambito della fiera “Caccia, pesca, natura”. Lo spunto è arrivato da un convegno sulla pesca, e in particolare sul modello del territorio sondriese, dove l’attività è gestita in maniera autonoma da quasi mezzo secolo. Ma i ragionamenti sono andati oltre, sulla scorta del protocollo Province interamente montane, firmato nel mese di luglio. E si sono concentrati anche sulle strade. Problema molto sentito nel Bellunese, visto che lo Stato ha tagliato quasi 140 milioni di euro (140 milioni di euro in meno. Le strade dimenticate dallo Stato). Ma avvertito in ugual maniera anche a Sondrio e Verbania. Ecco perché le tre Province ora provano a chiedere a Roma strumenti finanziari concreti per poter gestire il territorio montano. Come? Cancellando il prelievo forzoso, tanto per cominciare. Si tratta di 10 milioni di euro che ogni anno lo Stato preleva dalle casse di Palazzo Piloni come contributo alla finanza pubblica.

«Lo scambio delle buone pratiche è fondamentale per territori periferici e scarsamente abitati come i nostri, dove la gestione del territorio non può seguire le stesse dinamiche delle zone di pianura. E proprio per questo, sotto l’egida di Upi (Unione Province d’Italia, ndr), abbiamo dato vita a un coordinamento delle tre Province interamente montane, riconosciute anche dalla legge Delrio» commenta il presidente bellunese Roberto Padrin. «Nell’occasione del convegno, abbiamo esaminato anche le altre peculiarità comuni, rafforzando il protocollo firmato nel luglio scorso. E abbiamo condiviso la necessità di avere a disposizione risorse strutturali che consentano alla montagna uno sviluppo sostenibile e sociale dei territori, primariamente per contrastare lo spopolamento ormai galoppante che sta cancellando intere comunità locali nel Bellunese, come nelle province di Sondrio e di Verbano-Cusio-Ossola. Insieme abbiamo deciso di chiedere al Governo di cancellare il prelievo forzoso che da anni drena dai nostri bilanci diversi milioni di euro – 10 per Belluno, circa 6 per Sondrio e Vco – in modo da dare respiro alle attività degli enti di area vasta. Per il Bellunese penso ad esempio alle difficoltà nella gestione delle strade, alla luce dell’azzeramento dei trasferimenti statali, che ci obbligano a togliere risorse da altri capitoli e da altre esigenze. Con Upi nazionale porteremo avanti questa richiesta: è un riconoscimento non solo formale, ma concreto, della nostra specificità». 

Da sinistra: Franco De Bon (consigliere provinciale Belluno), Alessandro Lana (presidente Verbano-Cusio-Ossola), Roberto Padrin e Rino Porini (vice presidente Verbano-Cusio-Ossola)

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