È stato presentato ieri sera (15 gennaio), in un incontro pubblico al centro culturale di Longarone organizzato dall’amministrazione comunale con Simico, lo studio per un nuovo ponte sul Piave, condizione indispensabile per poter modificare il progetto della variante alla statale 51. Lo studio progettuale è stato eseguito e illustrato dal professor Gian Michele Calvi, docente di ingegneria e progettazione ponti allo Iuss di Pavia.
Il nuovo manufatto andrebbe a sostituire l’attuale ponte Campelli che presenta diverse criticità, non ultima la presenza di ben sei pilastri all’interno dell’alveo del Piave e un impalcato abbastanza basso rispetto al corso del fiume. Il nuovo ponte viene immaginato a due pile con campate di 65-135-65 metri, con 3,5 metri di larghezza per senso di marcio, più 1 metro di banchina per parte, e un marciapiede o pista ciclabile da 1,5 metri per lato. Il professor Calvi ha spiegato il design dell’opera (sottile appena 2 metri e quindi poco impattante visivamente) e la tecnologia costruttiva per segmenti, che comporta tempi rapidi di realizzazione lasciando attivo il vecchio ponte fino al completamento del cantiere del nuovo manufatto.
«L’aspetto più importante è che il nuovo ponte, più alto rispetto all’attuale, rende possibile realizzare la variante di Longarone in rilevato, senza quindi l’impattante viadotto davanti all’abitato, nella zona che va dalla confluenza Piave-Maè alla fiera» commenta il sindaco Roberto Padrin. «La variante infatti potrebbe passare sotto il ponte».
Il tema variante è stato presentato nel dettaglio dagli ingegneri di Simico che hanno spiegato l’iter per modificare il progetto già approvato (che prevede un viadotto alto diversi metri per bypassare la zona della fiera). Simico infatti ha già valutato la fattibilità con gli enti preposti.«Di fatto, con il nuovo ponte, sarà possibile riaprire alcune procedure, modificare il progetto e non avere l’impattante viadotto – commenta il sindaco Padrin -. L’obiettivo che Simico si è data è chiudere questa fase e andare a gara dell’appalto integrato – progettazione esecutiva più realizzazione dell’opera – entro fine 2025. Ringrazio il professor Calvi e Simico per questo grande passo in avanti verso un’opera che Longarone ritiene indispensabile e che deve essere fatta eliminando l’eccesso di impatto visivo e ambientale».