«È stato emozionante parlare con gli studenti, far capire loro cosa può succedere e a cosa devono stare attenti: la droga è cambiata, anche lo spinello oggi viene elaborato. Mi sono posto nei loro confronti con molto rispetto, perché mi sento un sopravvissuto e un miracolato». Lo ha affermato Walter Delogu, dopo aver incontrato gli studenti dell’Istituto comprensivo “La Rocca” di Feltre.
Tra i protagonisti della serie documentaristica “SanPa” in onda su Netflix, Delogu ha presentato nel Feltrino il suo libro “Il braccio destro”. raccontando così la sua esperienza nella comunità di San Patrignano. Lo ha fatto prima al Centro internazionale del libro parlato, intervistato dalla presidente Luisa Alchini e da Michele Da Rold (Chief Sales Officer di Larin Group). E poi a scuola: «Formare i bidelli – ha proseguito Delogu – che conoscono perfettamente le dinamiche dei ragazzi, e gli insegnanti, è di sicuro un passo importante da fare: dall’andamento scolastico di uno studente l’insegnante capisce subito se il ragazzo ha qualche problema. Questo tipo di prevenzione può aiutare tantissimi ragazzi e ragazze a non cadere nella tossicodipendenza. Dopo l’incontro con il Cilp, molte scuole mi stanno contattando per organizzare degli incontri nelle loro realtà: per me un simile riscontro non ha prezzo, perché salvare anche uno solo di questi ragazzi contribuirebbe a dare un senso alla mia vita». E ancora: «Ho un figlio di 14 anni, so cosa significa rapportarsi con quella generazione. Oggi il tema della droga è quasi sottovalutato, si parla poco delle piccole comunità che aiutano le persone a uscire dal tunnel».
Soddisfatta pure Luisa Alchini: «Dopo aver visto la serie “SanPa”, sono rimasta colpita dalla figura di Delogu. Spinta dalla curiosità, ho letto il suo libro e ho voluto contattarlo perché il Cilp, oltre a occuparsi di disabilità e cultura, vuole dare voce alle persone che hanno qualcosa da dire. Sono felice di aver portato a Feltre una voce di speranza, che possa aiutare i giovani a non cadere nella trappola della dipendenza: solo attraverso la conoscenza si può fare prevenzione».