Investimenti da 80 milioni e fusione nel mirino: approvato il piano industriale di Gsp

Investimenti da 80 milioni e fusione nel mirino: approvato il piano industriale di Gsp

Bilancio ok, investimenti corposi nel prossimo triennio. E fusione nel mirino. Bim Gsp ha varato ieri (6 febbraio) il previsionale 2024 e il piano industriale 2024-2026, con un occhio al “matrimonio” con Bim Infrastrutture.

LE ATTIVITÀ 2023

Per l’esercizio 2023 si stimano ricavi per 30,3 milioni di euro e costi per 26,3 milioni. Tra le principali voci di spesa, il forte rialzo dei prezzi delle materie prime e, in misura minore, dell’energia elettrica. Il margine operativo lordo, differenza tra ricavi e costi, è atteso per 4 milioni di euro, mentre il risultato netto si prospetta di 96mila euro: un utile esiguo, derivante principalmente dal fenomeno dell’inflazione e dal conseguente incremento generalizzato dei costi per lavori, servizi e forniture. Il patrimonio della società, incrementato dell’utile generato, è previsto per 59,3 milioni, in diminuzione rispetto al 2022 per effetto del recesso dalla compagine sociale del Comune di Alano di Piave che ha comportato l’acquisto delle stesse azioni. Gli investimenti complessivamente realizzati nel 2023 – cantieri avviati o conclusi – si attestano a circa 16 milioni di euro.  Tra le principali opere, il risanamento di un tratto fognario ad Alleghe, la posa di una nuova porzione di fognatura a San Pietro di Cadore, Alleghe e Seren del Grappa, la sostituzione di una parte di rete idrica in Nevegal a Belluno, il rifacimento dell’acquedotto in Val Bieggia (Domegge) e a Pra Stavel (San Pietro di Cadore), l’interconnessione tra i serbatoi di Piaia e della Vena d’Oro a Ponte nelle Alpi, la ristrutturazione del depuratore di Vallesella a Domegge e la costruzione del nuovo impianto di Borca di Cadore. 

Nel corso dell’anno, inoltre, si è dato avvio al progetto da 25,6 milioni di euro, finanziato per 20,4 con fondi Pnrr, per la riduzione del 35%, entro fine 2025, delle perdite idriche dagli acquedotti bellunesi. La progettualità prevede la modellazione, la distrettualizzazione e la digitalizzazione di 1.615 km di rete idrica distribuita su 36 sistemi acquedottistici e 16 Comuni bellunesi, per un totale di oltre 100mila abitanti. 

«Ad oggi abbiamo già investito 1,3 milioni di euro e distrettualizzato circa 250 Km di condotte. Ridurre in soli due anni le dispersioni è un obiettivo molto sfidante – commenta Attilio Sommavilla, presidente di Bim Gsp – che porterà all’attivazione, fino a fine 2025, di numerosi cantieri: saranno, naturalmente, oggetto di una pianificazione e organizzazione strutturata, in modo da limitare al minimo il disagio all’utenza. I benefici saranno notevoli per la montagna bellunese, sia in termini di salvaguardia della risorsa idrica che di gestione efficiente della disponibilità idrica complessiva». 

PIANO INDUSTRIALE 2024-2026

Nei prossimi tre anni è prevista una forte crescita degli investimenti: 80,7 milioni di euro sarà il valore complessivo delle attività programmate per proseguire nella direzione del rinnovamento delle infrastrutture idriche bellunesi e nelle azioni di contrasto ai cambiamenti climatici. La spesa media complessivamente investita per singolo abitante sarà di circa 130 euro, ben al di sopra della media italiana di soli 63 euro/abitante.

Tra le principali opere programmate, l’ultimazione dei lavori di costruzione del depuratore di Borca di Cadore e il potenziamento dell’impianto di Renaz a Livinallongo, la realizzazione della nuova rete fognaria a Dussano e Callibago a Santa Giustina con collegamento al depuratore di Meano, la prosecuzione delle fasi progettuali e autorizzative per la costruzione dei nuovi depuratori per Alleghe, Cortina, Rocca Pietore, Santo Stefano di Cadore e Val di Zoldo, l’adeguamento del sistema fognario di Cortina, il completamento del collettore di Caprile-Alleghe. 

Per quanto concerne le macro-progettualità finanziate con fondi Pnrr, nel 2024 le attività programmate entreranno nel vivo: sul fronte riduzione delle perdite idriche, si procederà con la realizzazione dei modelli idraulici digitali dei 36 sistemi acquedottistici coinvolti dal progetto, con la creazione dei distretti nelle tratte di rete interessate e con la posa di circa 40mila nuovi contatori d’utenza; prenderanno concreto avvio, inoltre, i lavori di potenziamento del depuratore di Marisiga a Belluno e di costruzione del nuovo polo provinciale per la disidratazione dei fanghi, che sorgerà in prossimità dell’impianto attivo a Longarone.

Proseguiranno, inoltre, le numerose progettazioni già avviate per la sistemazione degli sfiori fognari presenti in tutto il territorio servito e per l’eliminazione delle acque parassite presenti nelle fognature di Cortina, Livinallongo, Alleghe, Falcade, Cesiomaggiore, Belluno, Borgo Valbelluna e nell’area del lago di Centro Cadore.

Continuerà a pieno ritmo anche l’attività di messa in sicurezza degli accessi e degli impianti gestiti, la sostituzione massiva dei contatori d’utenza e l’installazione di nuovi impianti di disinfezione dell’acqua erogata, che passeranno da 206 di fine 2023 a 260 circa di fine 2027 (+60 apparecchiature attive).

I ricavi, nel triennio, sono stimati in 100,4 milioni di euro – circa 33 milioni all’anno – a fronte di costi pari a 84,5 milioni – circa 28 milioni all’anno – con un incremento nel 2024 per effetto dellaumento generale dei prezzi di acquisto delle materie prime. Il patrimonio passerà dai 59,3 milioni del 2023 ai 60,9 milioni del 2026, mentre l’utile nel triennio sarà di circa 1,5 milioni di euro. Positivo anche l’autofinanziamento complessivo, per circa 14 milioni complessivi (4,5 milioni all’anno). 

«La programmazione che abbiamo messo a punto da qui al 2026 – spiega Sommavilla – se confermata dal piano degli interventi che dovrà approvare l’ente d’ambito, ci vede fortemente impegnati nella direzione del miglioramento continuo del patrimonio idrico infrastrutturale e del servizio erogato ai cittadini, obiettivi che possiamo concretizzare esclusivamente con nuove opere, manutenzioni dell’esistente, innovazione e digitalizzazione. I fronti principali su cui opereremo saranno la riduzione delle dispersioni idriche, l’efficienza gestionale, la riduzione dei costi energetici e delle emissioni di gas serra, l’erogazione di acqua potabile sempre di qualità e con elevati standard, la restituzione in ambiente di acqua adeguatamente depurata, a beneficio del territorio, delle comunità servite e della montagna bellunese. Non meno importante la nuova sede di Levego – precisa Sommavilla – a cui daremo concreta forma con l’avvio della gara per l’affidamento delle fasi progettuali». 

LA FUSIONE

Nel 2024 prenderà forma il progetto di fusione che prevede l’incorporazione di Bim Infrastrutture in Bim Gsp. Con il passaggio del servizio di distribuzione del gas a Italgas avvenuto il 1° febbraio scorso, infatti, l’iter formale di integrazione tra le due società potrà procedere celermente.

«Si tratta di un’operazione strategica e vantaggiosa per i Comuni e per i cittadini – spiegano i vertici delle due aziende, Attilio Sommavilla e Bruno Zanolla –. Conseguiremo non solo risparmi nella gestione dei servizi, non più separata ma unica, ma daremo un sostanziale sostegno allo sviluppo economico, sociale e ambientale della nostra provincia. La società frutto della fusione, infatti, gestirà non solo il servizio idrico integrato, ma anche lo sviluppo del settore energetico da fonti rinnovabili: disporrà di un patrimonio netto di oltre 100 milioni di euro, che le consentirà un buon posizionamento anche nel mercato finanziario. Auspichiamo, quindi, che si possa perseguire la strada del percorso semplificato, in modo da rendere operativo il nuovo soggetto già da gennaio 2025».

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