Infrastrutture olimpiche: «Occasione unica, ora cancellare i ritardi»

Infrastrutture olimpiche: «Occasione unica, ora cancellare i ritardi»

Alcune opere non saranno pronte per le Olimpiadi. Ma poco male, l’importante è che si facciano. Perché le infrastrutture fisiche, oltre a quelle digitali, possono essere un antidoto allo spopolamento che fa perdere 1.000 residenti all’anno alla provincia di Belluno. «Una vera emergenza», come ha rimarcato ieri mattina la presidente di Confindustria Belluno Dolomiti introducendo il convegno su “Grandi eventi e sviluppo a Nordest: il nodo infrastrutture”, organizzato dalla stessa associazione degli industriali, con la partecipazione, tra gli altri, del presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro:

«Cortina e l’intero bellunese saranno il cuore pulsante dell’evento, non possiamo commettere errori» ha detto Berton nel suo intervento introduttivo. «Per questo continueremo a chiedere infrastrutture efficienti, moderne e sostenibili, fatte per durare nel tempo e servire soprattutto a chi in montagna vive e lavora. Come industriali bellunesi siamo convinti che le Olimpiadi non siano un fine ma un mezzo per garantire un futuro alle terre alte. La politica deve avere un sussulto di dignità, superare i ritardi accumulati e fare presto. Tre anni passano in fretta».

Sulla necessità di fare in fretta ha insistito anche l’assessore regionale alle Infrastrutture, Elisa De Berti, che sta seguendo da vicino tutta la questione olimpica:

Al convegno ha partecipato anche Elisabetta Pellegrini, da qualche mese a capo della struttura tecnica di missione per l’indirizzo strategico, lo sviluppo delle Infrastrutture e l’alta sorveglianza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Pellegrini ha presentato il cronoprogramma aggiornato di tutti gli interventi. Che in totale, per tutte le aree interessate dalle olimpiadi, saranno 73, per una cifra che sfiora i 2,7 miliardi di euro: «Ma che – ha puntualizzato Pellegrini – andrà rivista, alla luce degli aumenti delle materie prime».

Nel 2022 sono state avviati i primi 4 interventi, che nel piano complessivo sono suddivisi tra “indifferibili” (ovvero quelli per le strutture sportive, necessarie per lo svolgimento delle gare, e “necessari”, ovvero le altre infrastrutture fisiche). Il 2023 vedrà partire i cantieri per 20 opere indifferibili e altrettante necessarie. Nel 2024 saranno completati i primi interventi, 19 indifferibili e 9 necessari, e saranno avviati quelli restanti. La deadline per gli interventi nell’area sportiva è il 31 dicembre 2025. Per altre opere, invece, si andrà oltre.

E’ il caso dei due interventi strategici per il Bellunese, le varianti di Longarone e Cortina, che insieme valgono oltre 800 milioni di euro. Saranno realizzate a stralci, con termine previsto nel 2027. «Ma già i primi step, pronti per le olimpiadi – assicura De Berti – porteranno benefici».

Ma non si è parlato solo di opere olimpiche. «Le istituzioni – hanno chiesto a gran voce gli industriali – devono prendere una decisione definitiva sullo sbocco a nord e farlo senza ideologie. «Bene la Pedemontana – sono le parole di Berton e del presidente del tavolo di lavoro sulle infrastrutture, Vittorio Zollet –  ma perché non si punta forte anche sullo sbocco a nord? Noi lo chiediamo da tempo».

«E poi – è un’altra richiesta degli imprenditori, portata avanti dal vicepresidente regionale Alessandro Banzato – auspichiamo di poter essere concretamente coinvolti nel percorso di realizzazione delle opere infrastrutturali, ad esempio attraverso quel Tavolo dei Territori che incontrerà in maniera continuativa la cabina di regia recentemente istituita per i Giochi».

Insomma, l’occasione è unica e le cose da fare sono molte, come ha ricordato in conclusione lo stesso Carraro, punzecchiando il ministro Santanché: «Non può arrivare un ministro del Turismo e dire che a Cortina manca l’aeroporto. Ci sono migliaia di problemi più importanti di cui parlare prima».

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