Il Vajont patrimonio Unesco. Le carte processuali nel registro Memory of the World

Il Vajont patrimonio Unesco. Le carte processuali nel registro Memory of the World

L’Italia ha da ieri (18 maggio) due nuove importanti iscrizioni nel Registro internazionale del Programma Unesco Memory of the World. Si tratta dell’”Archivio Processuale del Disastro della Diga del Vajont” e del “Fondo Apodissario degli Antichi Banchi Pubblici Napoletani (1573-1809)”. Una notizia che arriva nell’anno del sessantesimo e pochi mesi prima dell’anniversario del disastro.

VAJONT UNESCO

I documenti dell’”Archivio Processuale del Disastro della Diga del Vajont” ricostruiscono il processo istruito successivamente alla tragedia del 9 ottobre 1963, quando una parte consistente del Monte Toc franò nel bacino artificiale, scavalcandone gli argini e riversandosi sui paesi di Longarone, Erto, Casso e Castellavazzo. I bellunesi conoscono benissimo le conseguenze distruttive, con la morte di 1.910 persone. Nel febbraio del 2008 le Nazioni Unite hanno descritto la tragedia del Vajont come “il primo di 10 eventi disastrosi causati dalla scarsa comprensione delle scienze della terra e dal fallimento di ingegneri e geologi”.

La “candidatura” Unesco è un processo iniziato dalla Fondazione Vajont, con la collaborazione dell’Archivio di Stato di Belluno e dell’associazione Tina Merlin. E il raggiungimento dell’obiettivo è quanto mai storico. Le due nuove iscrizioni infatti, con il Vajont a spiccare, vanno ad aggiungersi agli otto ambiti riconoscimenti italiani, singoli o congiunti, già presenti nel Registro Internazionale MoW. Si tratta di collezioni e biblioteche di enorme prestigio: la Biblioteca Malatestiana, la Collezione della Biblioteca Corviniana, l’Archivio Storico Diocesano di Lucca, l’Archivio storico dell’Istituto Luce, il Codex Purpureus Rossaniensis, la Collezione dei calendari lunari Barbanera, l’Opera di Fra Bernardino de Sahagun e Antonio Carlos Gomes: compositore di due mondi.

L’Italia è dunque ben rappresentata in questa iniziativa dedicata alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio archivistico più importante del mondo che l’Unesco intende sostenere con sempre maggiore convinzione. E la provincia di Belluno ha ben tre riconoscimenti: dopo le Dolomiti e la biosfera del Monte Grappa, c’è anche il Vajont. 

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