Il piccolo Tommy, i “satelliti fissi” e la solidarietà racchiusa in una cinghietta

Il piccolo Tommy, i “satelliti fissi” e la solidarietà racchiusa in una cinghietta

«Intorno a Tommy orbitano dei “satelliti fissi”. Persone che, in modo costante e assiduo, offrono il loro aiuto nella gestione quotidiana del piccolo e di noi genitori». Le parole arrivano da mamma Lidia: la mamma di Tommaso, un bambino bellunese di quasi 10 anni. A quaranta giorni dalla sua nascita, un’emorragia cerebrale, dovuta alla mutazione di un gene, lo ha reso tetraplegico, ipotonico, epilettico e afasico.

Nonostante ciò, le sue capacità di comprendere le situazioni e gli eventi sono semplicemente eccezionali: «Siamo seguiti privatamente da una psicologa che supporta Tommy nella comunicazione con il computer, tramite il puntatore ottico. Abbiamo fatto un investimento per lo strumento, non appena ci siamo resi conto che Tommaso era in grado di manifestare le sue emozioni attraverso gli occhi: se ti agganciano sono delle calamite. Ed è impossibile restarne indifferenti, mentre il suo sorriso è contagioso. Sa consolare e sostenere chi si avvicina a lui». 

Tuttavia, le difficoltà di gestione di una simile disabilità sono innumerevoli: «Ma Tommy, a modo suo, riesce sempre ad alleggerire il peso della fatica grazie alle sue fragorose risate. Stare con lui è un inno alla vita che porta a comprendere e apprezzare il proprio cammino. Attraverso nostro figlio – prosegue la madre – si riscoprono valori assoluti. E si riscopre la gratitudine verso chi sa accogliere e aiutare. Perché esiste ancora tanta, tanta solidarietà». 

E la conferma arriva da Viviana Sinigaglia (operatrice olistica massaggiatrice) e Renato Cervo (chef di cucina): uniti nella vita, nell’anima, negli studi e anche nell’insegnamento dello SpineYoga (unici istruttori in provincia di Belluno). «Durante le lezioni – spiegano i due – si è manifestata la necessità di usare delle cinghiette, in modo da facilitare la tenuta delle posizioni per l’allungamento dolce di gambe e braccia. Da qui, alcune corsiste dotate di particolare fantasia e manualità hanno proposto: “Perché le cinghiette, non le facciamo noi?”». 

Così, alcune iscritte hanno donato la stoffa: «Altre, invece, hanno sfoggiato la loro abilità con la macchina da cucire, altre ancora hanno regalato il filo e io – riprende Viviana Sinigaglia – ho messo all’opera la mia dialettica per dare vita al progetto “Una cinghietta per Tommaso”. Sì, perché tutto il ricavato della raccolta, a prezzo simbolico, è stato donato a Tommy. E sarà utile per le sue necessità». 

Un segno di vicinanza concreto, quindi, ripagato dal sorriso del piccolo: «Tommaso è un meraviglioso regalo – concludono i genitori – e noi continuiamo ad essere grati a questa vita. Una vita che mette costantemente alla prova. Ma che ci ha reso davvero molto fortunati».

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