C’è un mondo nascosto a Baldenich. Fatto di storie complicate, ma anche di riabilitazione. Di passati burrascosi, ma anche di speranza e di lavoro. Soprattutto di lavoro. Nel carcere di Belluno infatti oltre il 70% dei detenuti ha un regolare contratto. E si conquista la riabilitazione pezzo dopo pezzo, ora dopo ora.
Non è una storia di Natale. E neanche la sceneggiatura di un film sulla libertà. È una realtà resa possibile dalla collaborazione tra l’istituto penitenziario e la cooperativa Sviluppo & Lavoro. La casa circondariale ultimamente fa quasi fatica a impiegare i detenuti nelle sue attività “canoniche”, perché il lavoro è tantissimo. E l’impegno dei detenuti è encomiabile. Tutto con regolare contratto, orario di lavoro e stipendio.
Le persone impiegate dalla cooperativa si occupano di produrre astucci per occhiali per conto di importanti aziende del territorio. Più tutto il contorno, fatto di pezzette per occhiali e imbustamento spray per pulire le lenti. Manifattura di attenzione è quella che riguarda l’assemblaggio, altra categoria di lavoro presente a Baldenich, come ha potuto toccare con mano il presidente della Provincia, in visita alla struttura nei giorni scorsi.
«Attraverso il lavoro, viene garantito un impegno quotidiano e costante ai detenuti, con un orario di lavoro dal lunedì al sabato – spiega il presidente della cooperativa, Gianfranco Borgato -. Vengono realizzati astucci e kit di pulizia degli occhiali per alcune importanti aziende del territorio bellunese. E anche assemblaggio di componenti plastici».
«Ho potuto vedere un clima sereno: il lavoro e la formazione rappresentano uno strumento straordinario di reinserimento in società» il commento del presidente della Provincia al termine della visita. «Il progetto avviato dalla cooperativa Sviluppo & Lavoro mi ha colpito molto e sono convinto abbia ulteriori potenzialità di sviluppo: è l’esempio di un’attività in grado di offrire ricadute positive sia a livello economico per le imprese del territorio, sia a livello sociale, perché attraverso il lavoro regolarmente retribuito è più semplice prevenire recidive da parte di chi oggi è detenuto e si appresta a tornare nella società. Ringrazio Gianfranco Borgato per l’idea a cui è riuscito a dare forma. E la direttrice del carcere, Tiziana Paolini. Da lei ho raccolto lo stimolo per un intervento di miglioramento dei due campetti sportivi all’interno della struttura: valuteremo se c’è la possibilità che la Provincia intervenga. Anche lo sport infatti è un mezzo potentissimo di promozione sociale e di riabilitazione».