«Il 25 novembre si allarghi agli altri 364 giorni»

«Il 25 novembre si allarghi agli altri 364 giorni»

Riportiamo di seguito il corsivo della Consigliera di Parità della provincia di Belluno, Flavia Monego, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Il mondo che vorrei non ha bisogno del 25 novembre. Non ha bisogno di scarpe rosse, di manifestazioni, di fiaccolate, di prese di posizione. È un mondo in cui la parità uomo-donna è tanto normale quanto scontata. E in cui la violenza di genere non solo non esiste, ma è addirittura uno scandalo assoluto anche solo immaginarla. 

È il mondo che vorrei e il mondo di cui avremmo tutti bisogno, ma purtroppo non è il mondo in cui viviamo. E non serve scomodare la memoria della povera Giulia Cecchettin per ricordare qual è la situazione reale.

Ecco perché abbiamo bisogno del 25 novembre. E abbiamo bisogno che questa giornata – diventata simbolo della lotta per l’eliminazione della violenza contro le donne – si allarghi agli altri 364 giorni dell’anno, per creare una società inclusiva.

Da dove si parte? Dalla quotidianità. Dalla scuola e dai luoghi di lavoro. Ed è per questo che la Consigliera di Parità in questi anni di incarico si è impegnata attivamente per entrare nei luoghi di lavoro. In collaborazione con i sindacati e con le associazioni di categoria, sono stati organizzati corsi e convegni per prevenire le molestie e le discriminazioni, nella consapevolezza che solo attraverso l’informazione, la conoscenza, la cultura e l’impegno attivo si possono superare certe barriere.

Basta? Ovviamente no. Serve una sinergia ampia, serve l’apporto di tutti, cittadini, famiglie, mondo produttivo, scuole e istituzioni. Sinergia su cui stiamo lavorando per la soluzione di un caso complicato, quello della sopravvivenza del Centro Antiviolenza bellunese gestito dall’Associazione Onlus Belluno Donna, che offre un servizio essenziale per il territorio, capace di dare risposte immediate e di farsi carico delle urgenze e della gestione a lungo raggio del supporto alle donne vittime di violenza. Il problema è che con l’entrata in vigore dell’intesa Stato-Regioni, è richiesta la reperibilità H24 per avere accesso ai finanziamenti; un requisito insormontabile per una realtà basata sul volontariato che rischia di compromettere il servizio, a tutto danno delle donne vittime di violenza. Stiamo lavorando per avere una deroga e credo che sarebbe splendido se proprio il 25 novembre arrivassero buone notizie in tal senso.

Lavoriamo anche per la diffusione di una cultura di inclusione e parità, scevra di violenza. E per questo invito tutti a visitare la mostra “Non chiamatelo raptus”, che ho voluto allestire in questi giorni a Palazzo Piloni. Un’esposizione di vignette di Anarkikka per stigmatizzare la violenza di genere. L’obiettivo è sensibilizzare il pubblico, stimolare la riflessione e la discussione su come combattere – tutti insieme – il problema sociale.

Flavia Monego, Consigliera Parità

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