I sindacati a Dolomitibus: «Usare i soldi accantonati per pagare gli autisti»

I sindacati a Dolomitibus: «Usare i soldi accantonati per pagare gli autisti»

C’è un dato che spaventa il trasporto pubblico locale: mancano gli autisti per gli autobus. E mentre la politica prova a salvare “Investi Scuola”, uno spettro si aggira per il Bellunese: ci sarà ancora chi guida le corriere? La domanda non è peregrina: in pochi anni l’azienda di tpl ha perso oltre 60 uomini e donne al volante. E così, la notizia rilasciata dal presidente di Dolomitibus per cui ci sarebbero ingenti risorse accantonate da usare per finanziare “Investi Scuola” non fa altro che indispettire i sindacati. Che adesso chiedono conto: «Quei soldi non potevano essere usati per pagare di più gli autisti?».

«Siamo venuti a conoscenza dai mass media locali della notizia di un intervento diretto dei soci di Dolomitibus per finanziare l’Investi Scuola 2023-2024, con l’utilizzo delle riserve e dell’utile del bilancio aziendale. Come organizzazioni sindacali riteniamo indispensabile continuare a garantire un servizio di trasporto pubblico che permetta a tutti gli studenti compreso chi è più disagiato e abita nelle zone più remote della provincia, di poter usufruire del mezzo pubblico per recarsi a scuola e questo deve avvenire senza che sia un salasso per le loro famiglie. Bisogna tener conto però che se si vuole che gli autobus continuino a viaggiare è necessario che ci siano gli autisti e in questo periodo c’è una forte carenza» dicono Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Faisa Cisal. «Per garantire il servizio nell’anno scolastico scorso, tutto il personale Dolomitibus – autisti, meccanici e impiegati – è stato costretto a enormi sacrifici sopperendo a continue carenze di organico; infatti, il numero degli autisti, ma anche dei meccanici e degli impiegati, è drasticamente calato, passando da più di 180 a meno di 120 in pochi anni. Stiamo vivendo un loop in cui il personale va via perché non soddisfatto economicamente considerato l’impegno, il rischio, la poca vivibilità che concede questo lavoro, conseguentemente l’azienda richiede ancora più impegno e peggiora la vivibilità dei turni di lavoro. Per questo motivo rimaniamo basiti quando apprendiamo che questi fondi possano essere utilizzati – seppur per un nobile scopo -, mentre quando in passato avevamo richiesto l’utilizzo degli stessi per aumentare gli stipendi dei lavoratori di Dolomitibus, quindi rompere questo loop in modo da garantire e migliorare il servizio pubblico, ci siamo sentiti rispondere che gli utili servivano a pagare oneri e tributi, mentre le riserve fungevano da garanzie per i mutui che di volta in volta l’azienda richiedeva e in ogni caso non erano diversamente utilizzabili».

I sindacati quindi avevano già proposto di utilizzare le riserve, per migliorare le buste paga degli autisti, ma la risposta era stata chiara: quei soldi non sono utilizzabili.

«Quindi qual è la realtà? La situazione patrimoniale è migliorata improvvisamente a tal punto da poter attingere a quei capitali per contribuire all’acquisto di titoli di viaggio? Ma non si poteva fare anche prima? O forse era stato già deciso diversamente?» chiedono Cgil, Cisl, Uil e Faisa Cisal. «Così, ora ci troviamo nelle condizioni per cui si agevolano – giustamente – gli utenti per abbonarsi a un servizio che dovrebbe essere garantito, ma non ci sono autisti sufficienti a coprirlo e quindi garantirlo interamente».

Poi, vanno dritti al punto. «Se il senatore De Carlo ha convinto l’azienda che è possibile attingere anche alle riserve e agli utili di bilancio, auspichiamo che finalmente sarà possibile adeguare anche gli stipendi dei lavoratori di Dolomitibus, così facendo si ritorna a dare dignità nel lavoro a persone che quotidianamente garantiscono il diritto alla mobilità per tutta la comunità bellunese, in primis ai nostri ragazzi. Questa iniziativa contribuirebbe finalmente a rompere questo loop che porta alle continue dimissioni che per la maggior parte sono state indotte proprio dal movente economico».

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