Graziani, l’uomo dei mille punti: «Ma il più speciale rimane il primo»

Graziani, l’uomo dei mille punti: «Ma il più speciale rimane il primo»

E poi gliene restano mille. Parafrasando un tormentone estivo, sono i punti che Alessandro Graziani ha totalizzato in Serie A, all’interno di una carriera da incorniciare. Lo schiacciatore della Da Rold Logistics Belluno ha tagliato il prestigioso traguardo sabato scorso, in occasione del derby vinto a Monselice. 

ESORDIO – Ora che la quadrupla cifra è realtà, la domanda sgorga quasi spontanea: di questi mille, quale punto, in assoluto, rimane scolpito nella memoria? Graziani non ha alcun dubbio: «Il primo, all’esordio in A2. Giocavo nella “mia” Liguria, con Siena e nel giorno del compleanno. In realtà, ogni punto ha il suo peso, soprattutto nei finali di set, ma in quella partita ho realizzato la mia ambizione personale». 

QUALITÀ – Dopo aver raggiunto le cento partite, ecco un altro step di rilievo nel cammino del trentunenne originario di Genova: «Ma a contare è la qualità, non la quantità. Si possono avere molti meno punti dei miei, però se sono stati realizzati in momenti e campionati decisivi hanno un valore superiore. Per quanto mi riguarda, i traguardi ottenuti in serie B hanno la stessa importanza: fanno parte del mio percorso e non sono da meno rispetto a quanto ho ottenuto in Serie A. Quei campionati mi hanno formato». 

A TUTTO BRACCIO – A Monselice, Graziani ha deciso il secondo parziale con tre ace consecutivi: «Cosa scatta in quei momenti? Nulla di particolare. Non formulo pensieri specifici: sarà banale, ma voglio solo fare punto e aiutare la squadra. Quando si tira a tutto braccio, ci sono maggiori possibilità di incappare nell’errore, però a volte, in certe fasi, si innesca una combinazione tra fortuna e desiderio di chiudere il set. Quindi sì, sui tre ace sono stato fortunato. Ma li ho pure voluti». 

BICCHIERE PIENO – Dopo i blitz a Brugherio e in terra padovana, la DRL è tornata a contatto con le nobili del girone: «Siamo stati più bravi del solito a recuperare dalle situazioni di difficoltà. Quindi sì, è giusto guardare il bicchiere riempito dai sei punti ottenuti nelle ultime due partite, ma è altrettanto doveroso eliminare le fasi di leggerezza e destrezza, causate dalla giovane età. Dobbiamo imparare ad archiviare la pratica perché il nostro potenziale è alto, lo abbiamo dimostrato». 

Fonte: comunicato stampa

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