Furto in Duomo, due vagabondi rubano dalle cassette delle offerte

Furto in Duomo, due vagabondi rubano dalle cassette delle offerte

Rubare è reato, ma rubare in chiesa è furto e peccato. Eppure è quello che è successo venerdì sera (12 aprile) nel Duomo di Belluno. Le cassette delle offerte sono state manomesse e tutto il contenuto di soldi e monete è stato portato via.

Se n’è accorto il sagrestano, mentre si apprestava a chiudere la chiesa. Erano circa le 18.10 ed è stato impossibile non vedere le cassette manomesse. Insospettito, ha visionato le telecamere di videosorveglianza e ha notato effettivamente due persone sospette armeggiare. A quel punto, ha chiamato la polizia.

Sul posto sono arrivati immediatamente gli agenti e hanno controllato le registrazioni. Anche loro hanno visto due uomini che con fare sospetto, armati di torcia e oggetti contundenti, “lavoravano” attorno alle cassette. Visto il breve periodo occorso dall’orario del furto, una volante si è messa immediatamente alla ricerca degli uomini nei dintorni e li ha intercettati in Piazza dei Martiri, poco lontano dal luogo del reato. I due uomini, il primo italiano originario della provincia di Caserta e il secondo cittadino portoghese, entrambi di fatto senza fissa dimora in Italia, rispondevano perfettamente alla descrizione delle due figure appena visionate nelle registrazioni.

Gli uomini, dopo un breve tentativo di negare l’accaduto, capita l’esistenza del video che li incriminava, hanno dovuto ammettere di aver compiuto il furto utilizzando un arnese autoprodotto (poi ritrovato nel loro zaino). In pratica, una sorta di “canna da pesca” con uno spago e un nastro biadesivo: il nastro, inserito nella fessura delle offerte, raccoglie monete e banconote all’interno della cassetta senza danneggiarla in maniera evidente.

Accompagnati in Questura, i due uomini sono stati perquisiti e sono state trovate loro addosso banconote per un valore di 20 euro, monete, due piccole torce, un coltellino multiuso e vari cacciaviti di piccole dimensioni. 

I due sono stati così indagati per furto aggravato e possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli, e deferiti all’autorità giudiziaria.

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