Gli autisti di Dolomitibus incroceranno le braccia. Ormai è certo, manca solo la data ufficiale. Ma i sindacati hanno deciso di andare fino in fondo.
Il vertice di ieri in Prefettura non ha sortito l’effetto sperato: niente conclusione della procedura di raffreddamento e quindi il passo successivo è l’agitazione.
«L’incontro in Prefettura si è purtroppo concluso con esito negativo. Abbiamo in ogni caso apprezzato l’impegno del prefetto Savastano che, per il secondo anno consecutivo, ha portato un contributo proprio per l’interesse complessivo del territorio» dicono le organizzazioni sindacali. «Lo stesso non possiamo dire dell’azienda: Dolomitibus ha infatti richiesto un ennesimo rinvio per poter verificare l’esistenza di eventuali risorse da rendere disponibili per i lavoratori. Troppo tardi.
Dopo anni di promesse disattese non riteniamo possibile procedere con ulteriori rinvii per discutere ciò che ormai è di evidenza pubblica: servono risorse adeguate e strutturali per aumenti retributivi adeguati. Solo così è possibile invertire l’esodo dei lavoratori e rilanciare il traporto pubblico provinciale».
Cgil, Cisl, Uil e le altre sigle si rivolgono alla Provincia, al Comune di Belluno e a Dolomitibus: «Chiediamo di ricercare da subito tutte le possibili, ma realmente efficaci, soluzioni, sia economiche che di conciliazione dei tempi di lavoro con i tempi di vita. Da parte nostra ribadiamo la disponibilità ad un confronto con tutti gli attori, gli enti locali e la Regione Veneto».
PROBLEMA DI RISORSE
Il nodo è sempre lo stesso: soldi.
«La posizione dei sindacati e dei rappresentanti dei lavoratori è condivisibile» afferma il presidente della Provincia Roberto Padrin. «A fronte di un corrispettivo chilometrico di 1,82 euro per il territorio bellunese, i nostri vicini del Trentino-Alto Adige possono contare su un corrispettivo di 3,6 euro, mentre in Friuli Venezia Giulia si arriva a 2,5 euro». «Il tema è sostanzialmente questo: in un territorio di montagna servono risorse aggiuntive, soprattutto per chi lavora in zone orograficamente e demograficamente svantaggiate» aggiunge il consigliere delegato Dario Scopel. «La Provincia porterà la questione sui tavoli regionali e governativi, nel frattempo chiede all’azienda Dolomitibus di fare il possibile per limitare i disagi. Sappiamo che nei prossimi giorni arriveranno altri autisti dal gruppo Autoguidovie e questo servirà a tamponare la situazione. Ma abbiamo bisogno di soluzioni strutturali, che non possono prescindere da un riconoscimento diverso delle difficoltà del lavorare e vivere in montagna».
E torna d’attualità il tema dell’Irpef regionale: se applicato, ci sarebbero le risorse che chiedono tutti. E di conseguenza, ci sarebbe anche il servizio di trasporto pubblico.