Bollette da capogiro, energia alle stelle, prezzi insostenibili. Da qualunque parte la si guardi, la situazione attuale è quanto mai instabile. E la crisi è diffusa. Nessuno può dirsi al riparo dall’escalation dei prezzi. Neanche l’occhialeria. Difatti Anfao ha lanciato un primo segnale di allarme per il futuro del settore. «La crisi energetica mina la ripresa».
Basta la dichiarazione di Giovanni Vitaloni, presidente Anfao (Associazione nazionale fabbricanti articoli ottici) per rendere la misura della preoccupazione. Tanto più che a Belluno l’occhialeria è il core business e occupa diverse migliaia di posti di lavoro. Se poi si fa il confronto con i numeri della ripresa post Covid, si ha chiaro il quadro: la produzione italiana nel 2021 è stata di 4,17 miliardi di euro, in crescita del 4,5% rispetto al 2019. Praticamente la pandemia sarebbe stata ampiamente superata. Se non fossero arrivate le ultime bollette…
«La crisi non è più solo energetica, ormai è globale» ha detto Vitaloni. «E ci ha fatto ripiombare nuovamente nell’incertezza, mettendo a dura prova tutto il nostro settore. È a rischio in particolare quella ripresa che con tanta fatica abbiamo riagganciato dopo due anni di Covid».
Il problema è che l’escalation dei prezzi non ha una scadenza, al momento. E non si sa fino a quando potrebbe continuare. Le grandi aziende potrebbero avere nelle dimensioni un ancora di salvezza. Ma le piccole e i terzisti? Difficile dare una risposta. La preoccupazione intanto monta.