Qualcuno sostiene che dopo Vaia sia necessario dare una mano alla natura, ripiantumando i boschi. Qualcun altro invece dice che l’equilibrio naturale si ripristina in maniera autonoma: è solo questione di tempo. I dati raccolti da Arpav danno ragione a questa seconda linea di pensiero. Un esempio? In Cansiglio, nella primavera 2020, la concentrazione di pollini di faggio è stata quasi dieci volte superiore alla media.

È la cosiddetta “pasciona”, il fenomeno per cui molte famiglie botaniche, a intervalli di anni, generano una quantità di polline superiore a quella consueta, che si traduce l’anno dopo con la produzione di una quantità di frutti superiore al normale ciclo (Pioggia gialla nei boschi della Val Biois: è il fenomeno della “pasciona”). 

I DATI

L’ufficio Pollini di Arpav per il sito di monitoraggio di Belluno presenta l’andamento del polline di faggio dal 2016 al 2021. Nei numeri è ben visibile la quantità di polline del 2020, nettamente superiore rispetto agli altri anni considerati. 

L’indice pollinico (granuli di polline per metro cubo d’aria) era stato di 121 nel 2016, a fronte di una stagione di impollinazione molto lunga, per assenza di precipitazioni durature. Era sceso a 32 nel 2017 e a 78 nel 2018. E poia 10 nel 2019. Il dato di quest’anno è in linea: indice pollinico a 22. E il 2020? L’anno di pasciona ha fatto schizzare a 378 l’indice pollinico. E gli effetti si vedono oggi, nell’autunno di un anno dopo, in quella “foresta da remo” che era guardata con venerazione perfino dai Dogi veneziani. Il bosco del Cansiglio, infatti, riforniva di remi le galee della Serenissima.