Il primo lockdown ha tramortito l’economia. Il secondo, quello in vigore da ieri comunque lo si voglia chiamare, rischia di essere il colpo mortale. Soprattutto per l’artigianato, che non regge l’urto del Covid. Lo rileva la Cgia di Mestre.
Basta guardare i dati relativi al primo semestre 2020 per misurare tutti gli effetti della pandemia. Nei primi sei mesi dell’anno infatti sono morte migliaia di imprese artigiane. Il saldo tra nuove aperture e chiusure, a livello nazionale, dice -4.446. Il dato peggiore degli ultimi dieci anni, anche peggio della seconda ondata della crisi del 2008.
VENETO E BELLUNO
Tra gennaio e giugno a livello regionale hanno aperto 4.070 attività artigiane, mentre quelle che hanno chiuso sono 4.757. Il saldo è negativo: 687 imprese in meno. È il terzo peggior dato dello Stivale, dietro solo a Lombardia (-1.244) ed Emilia Romagna (-881). Il Trentino-Alto Adige, tanto per citare un caso vicino, ha beneficiato dell’autonomia, tanto da segnare un +118.
Il dato provinciale invece dice 141 nuove attività, 185 serrande abbassate, per un saldo ancora una volta negativo: -44. Il confronto con i vicini autonomi è impietoso: a Trento il saldo è negativo, ma solo di 2 unità, mentre a Bolzano le attività artigiane sono cresciute di 120 unità durante il lockdown.