Torna sotto rete la Da Rold Logistics Belluno: dopo aver saltato un match del campionato di B (il Silvolley è alle prese con il Covid), i ragazzi di coach Diego Poletto si rituffano nel volley che conta. E oggi pomeriggio (ore 17.30), a Trieste, saranno ospiti del Cus: il sestetto giuliano, al momento, è ancora in fondo alla graduatoria senza punti, né set all’attivo. Ma non va sottovalutato: «Affrontiamo un avversario che sta prendendo le misure alla categoria – è il commento del tecnico Poletto – e acquisendo dimestichezza. Non è una squadra strutturatissima, ma avrà una gran voglia di riscatto».
Insomma, serve una particolare attenzione: «Noi, dal canto nostro, stiamo abbastanza bene, E abbiamo lavorato con buona continuità in palestra. Solo Boz ha un leggero problemino muscolare: mercoledì è rimasto a riposo, vediamo se riusciremo a recuperarlo». Poletto non vuole cali: «Nel complesso sono soddisfatto. L’importante è non perdere mai la fame, avere sempre il desiderio di migliorarsi e capitalizzare al meglio ogni situazione che si presenta, all’interno di un processo che non ha un tempo determinato. Più questo tempo sarà ridotto, più inciderà sulla qualità di ogni atleta e, di riflesso, del gruppo».
Tornerà a esibirsi tra le mura domestiche, invece, il Cortina Express Belluno. Archiviata la splendida vittoria a San Zenone degli Ezzelini, le atlete guidate da Dario Pavei sono pronte ad affrontare l’Union Volley Jesolo, nel terzo turno di B2 femminile: al De Mas, la prima battuta è alle ore 18. «Impegno duro – argomenta il coach -; Jesolo è un’ottima formazione, tecnica e di spessore fisico, gioca una pallavolo moderna, è giovane e può contare su una fuoriquota di valore come Silvia D’Este. In più, ha un super allenatore come Cristiano Lucchi. Sì, sarà una bella sfida».
Da interpretare con i soliti ingredienti: «Umiltà e concentrazione. È necessario prestare la massima cura a ogni fondamentale e cercare di limitare le nostre avversarie in attacco». Ovviamente, al De Mas, non ci sarà il pubblico: «La situazione è questa e va accettata, ma ci manca qualcosa. È come se giocassimo solo per noi stessi».
