Trasporto pubblico: abbonamenti giù del 32%. Lenta la ripresa

Trasporto pubblico: abbonamenti giù del 32%. Lenta la ripresa

Abbonamenti in lenta ripresa. A tre settimane dall’inizio dell’anno scolastico, uno studente su tre non ha ancora rinnovato il ticket per il bus. I dati sono emersi ieri mattina in Provincia, dove Dolomitibus e sindacati hanno fatto il punto della situazione sul trasporto pubblico.

Continuano le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria. Il calo degli abbonamenti è sensibile, rispetto agli anni scorsi, anche se negli ultimi giorni si sono intravisti dei segnali positivi, soprattutto per quanto riguarda gli studenti. Al 4 ottobre sono stati staccati complessivamente 5.059 abbonamenti. Un calo del 28% rispetto ai 7.041 del 2019. «Ma in ogni caso – puntualizza il presidente della Provincia, Roberto Padrin – un calo più contenuto rispetto alle altre zone del Veneto». Sul dato pesano i numeri di Investiscuola: finora quest’anno sono stati fatti 4.305 abbonamenti a prezzo calmierato, contro i 5.740 dell’anno scorso: il 25% in meno. Ma la previsione è per un miglioramento: «Solitamente – spiega Padrin – con l’arrivo della stagione invernale aumentano anche gli abbonamenti. Quest’anno speriamo e crediamo che la dinamica sarà la stessa».

Più preoccupante la situazione per quanto riguarda gli abbonamenti dei lavoratori. Qui il calo è più consistente, si arriva al 40%, anche se c’è da dire che i numeri assoluti sono lontani da quelli degli abbonamenti studenti. «Sulla situazione degli abbonamenti dei lavoratori incide la situazione economica – specifica Padrin -. Ci sono ancora molti lavoratori in smart working e parecchi in cassa integrazione».

L’invito della Provincia è di tornare a utilizzare i mezzi pubblici. «Non c’è motivo per non farlo – le parole di Padrin – i mezzi sono sicuri, sanificati e le regole sul numero massimo di persone sono rispettate al massimo». Eppure in questi giorni ci sono state alcune lamentele per autobus pieni oltre il limite. «Non ne abbiamo riscontro», spiega Padrin, che fa un esempio: «Un autobus di 18 metri potrebbe trasportare fino a 159 persone. Viaggiando all’80% della capienza, può caricare 127 studenti. I controlli continui di Dolomitibus hanno appurato che il carico massimo finora è stato di 121 ragazzi».

La situazione, in ogni caso, non è semplice. Fortunatamente per il settore dei trasporti sono in arrivo aiuti economici. La Regione ha destinato a Dolomitibus 800mila euro del plafond governativo. Altri 400mila euro li mette direttamente Palazzo Balbi. E poi potrebbero arrivare (i sindaci ne stanno ancora discutendo) altri 500mila euro dal Fondo Comuni di confine (sono stati infatti stanziati 8 milioni e mezzo di euro destinati proprio alle iniziative post-Covid).

Infine, un passaggio sugli scuolabus. «Ci ritroveremo, con sindacati e associazioni di categoria – spiega il presidente Padrin – per capire e monitorare la situazione. Molte aziende, che hanno in appalto il servizio dai Comuni, hanno avuto grossi problemi a causa della pandemia e del lockdown. C’è da capire come sarà possibile aiutarle».

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