Grandine a fine febbraio, finora, non si era mai vista. Del resto, anche l’inverno tiepido che sta per salutare il calendario è un fenomeno a cui la montagna bellunese non è abituata. I fenomeni di oggi, però, sono a dir poco eccezionali. Sole pallido fino a metà mattina, in Valbelluna. Poi nuvole nere e temporali veri e propri. Di neve in montagna (con qualche centimetro di accumulo nel giro di pochi minuti in Nevegal). Di pioggia nei fondovalle, dove non è mancato qualche chicco di grandine (persistente in alcune zone di Belluno). Tutta colpa del transito di una saccatura, accompagnata da aria fredda, che ha trovato sulla sua strada strati di aria più calda, visto che negli ultimi giorni le temperature erano state primaverili.
Domani (giovedì 27 febbraio) e venerdì la primavera sarà un pallido ricordo, visto che le temperature sono in rapida discesa. Soprattutto venerdì, l’effetto wind chill in quota porterà le temperature percepite a livelli siberiani (-18/-20°C a 2.000 metri, e -30/-33 a 3.000 metri). Da domenica, invece, cambia tutto. Il 1° marzo comincia la primavera nel calendario meteorologico. In realtà, potrebbe cominciare l’inverno, dato che le previsioni Arpav parlano di diffuse precipitazioni, con quota neve fissata oltre i 700-1.000 metri (quindi in notevole abbassamento rispetto alle ultime settimane).
Le piogge sono un’ottima notizia. Per la siccità, certo. Ma anche per il coronavirus. Secondo il meteorologo Paolo Ernani, infatti, la qualità dell’aria sarebbe responsabile della facilità di contagio. L’esperto ha parlato all’agenzia Adnkronos, dicendo che l’anticiclone e l’assenza di precipitazioni favoriscono il ristagno dell’aria, e quindi anche la permanenza del virus. Le piogge, al contrario, sono un enorme scopa, in grado di ripulire l’aria. Anche dai germi.
