«La rinascita dopo la pandemia passa dal settore agricolo. E dalle donne»

«La rinascita dopo la pandemia passa dal settore agricolo. E dalle donne»

 

Biologa molecolare e orticoltrice d’alta montagna, titolare di un’azienda agricola. Ma anche, e soprattutto, vice presidente a livello nazionale delle imprenditrici di Coldiretti: Donne Impresa.

In altri termini, Chiara Bortolas è una delle voci più autorevoli e competenti nel campo dell’agricoltura. Un campo che, se coltivato adeguatamente, può portare alla rinascita del territorio, nel momento in cui terminerà la fase di emergenza: «Anche durante la pandemia – spiega – il settore agricolo si è dimostrato fra i più strategici. Perché si può rinunciare a tante cose, ma non al cibo di qualità. E, in questo senso, nel Bellunese siamo fortunati, visto che possiamo contare su diverse realtà consolidate. E altre nate da poco, ma di grande intraprendenza. In comune c’è la forza di volontà e di andare avanti. Nonostante tutto». 

Viene mai la tentazione di mollare? 

«Sì, però poi prevale sempre il desiderio di rimanere ancorati alle nostre zone. E di continuare a essere le sentinelle del territorio Perché, senza agricoltura non ci sarebbero prodotti sani, il bosco avanzerebbe in maniera inesorabile. In più, le produzioni tipiche bellunesi, per secoli, hanno sfamato intere generazioni: sarà così pure stavolta. Tuttavia, va ripensato l’intero settore, attraverso scelte strategiche. Anche su piccola scala». 

Se fosse al Governo, quale sarebbe la sua prima mossa? 

«Interverrei sulla “Banca della terra”: tante realtà giovani vorrebbero avere un lembo da coltivare, ma non riescono a entrare in questo sistema. Agevolare l’accesso alla terra, quindi. Ma anche al credito. Purché non sia un meccanismo capestro, secondo il quale è obbligatorio poi restituire la somma prestata con interessi spropositati». 

Lei rappresenta le imprenditrici di Coldiretti. Eppure le donne continuano a non entrare nelle stanze dei bottoni, dove vengono prese le decisioni. Perché? 

«Le donne hanno già dimostrato in diversi ambiti di essere brave ad amministrare, a far quadrare i conti. Andrebbe data loro la possibilità di avanzare delle proposte: ma non perché donne, per la loro capacità, la competenza e l’esperienza. Ovvero, per le qualità acquisite nella vita di tutti giorni. Anche in famiglia». 

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