I Centri Antiviolenza potranno continuare a operare con le modalità attuali. Slitta in avanti infatti l’entrata in vigore delle nuove regole. Lo ha stabilito la Conferenza Unificata della Conferenza delle Regioni per l’esame delle modifiche delle Intese risalenti al 14 settembre 2022, riunitasi ieri (25 gennaio). E a breve giro è arrivato anche l’annuncio ufficiale della Regione Veneto.
Il problema, su cui Provincia di Belluno e Consigliera di Parità si erano attivati fin dall’estate scorsa, era dettato dall’entrata in vigore dell’intesa Stato-Regioni approvata in conferenza unificata il 14 settembre 2022 (GU 25/11/2022), che ha dettato i nuovi requisiti minimi di un Centro Antiviolenza per accedere ai fondi stanziati e al riconoscimento regionale. Requisiti minimi che sarebbero dovuti entrare in vigore a fine marzo, e che avrebbero messo fortemente in difficoltà l’unico Centro antiviolenza bellunese, gestito dall’Associazione Onlus Belluno Donna. Il problema maggiore infatti è rappresentato dalla richiesta della reperibilità H24, che risulta insormontabile per una realtà basata sul volontariato.
«Con la proroga arrivata oggi invece non cambiano i requisiti dei soggetti che gestiscono i Centri Antiviolenza e le Case rifugio. Per 18 mesi rimane tutto come è oggi ed è un’ottima notizia per il Bellunese» afferma la Consigliera di Parità Flavia Monego. «Pensare di mettere a rischio l’esistenza e il funzionamento del Centro Antiviolenza bellunese sarebbe stato disastroso per il territorio, dato che dall’inizio dell’anno ha ricevuto già una ventina di richieste di aiuto da parte di donne vittime di violenza. Ringrazio l’assessora regionale Lanzarin che fin dall’inizio ci ha ascoltato e ha mostrato ampia collaborazione su un tema sociale di grande importanza per il Bellunese. Ora si utilizzi il tempo della proroga per individuare una soluzione stabile, strutturale e definitiva».