E’ allarme personale nel carcere di Baldenich. Mancano agenti, almeno una quindicina. I numeri sono stati forniti ieri mattina dal direttore del corpo di polizia penitenziaria di Belluno, Roberto Cerino, durante la cerimonia per i 204anni della fondazione. A Baldenich sono attualmente ospitati 91 detenuti, con una capienza massima di 90. Mentre gli agenti di custodia sono al momento 82, a fronte di una pianta organica che ne prevederebbe 95. E presto diventeranno 79.
«Ho segnalato la situazione al ministero – spiega la direttrice del carcere, Tiziana Paolini – e ora sono in attesa di sapere se ci saranno integrazioni a breve». Particolarmente critica la situazione della sezione che ospita i detenuti con problemi psichiatrici. «Da quando la sanità penitenziaria è passata all’Ulss, abbiamo a disposizione un medico solo per 5-6 ore a settimana, quando ne servirebbe uno presente 24 ore».
Anche perché, pur se piccolo rispetto ad altre realtà penitenziarie italiane, il carcere di Baldenich ha alcune peculiarità che non rendono semplice la gestione: «Qui non abbiamo solo la sezione maschile – spiegano Cerino e Paolini – ma anche quelle che ospitano i transessuali e i sex offender. Tra l’altro una sezione è esattamente sopra l’altra».
Non per niente Cerino – arrivato a Belluno ad aprile 2020 dopo 20 anni di esperienza con i detenuti al 42bis – paragona Baldenich ad «Un fuoco»: «Abbiamo reparti che difficilmente possono coesistere tranquillamente. Perché anche tra i detenuti comuni abbiamo un buon numero di soggetti psichiatrici, in gran parte ex tossicodipendenti».
Una situazione non semplice, certificata dai numeri. Dal 1° gennaio 2020 sono ci sono stati 105 episodi di autolesionismo, 14 tentati suicidi (fortunatamente tutti sventati dal pronto intervento delle guardie), 4 aggressioni con ferimento tra detenuti e 9 atti aggressivi verso il personale di polizia.
Ma la giornata è stata anche l’occasione per la consegna delle “ricompense” nei confronti dei due agenti che lo scorso anno hanno scoperto e sequestrato i telefoni cellulari che alcuni detenuti erano riusciti a far entrare nelle celle. Si tratta dei due assistenti capo Luca Stiz e Massimo Branciforti. Premiato anche il dirigente aggiunto Domenico Panatta, andato in pensione a fine 2020 dopo 40 anni di onorato servizio.