Caos al Brennero, Confindustria rilancia lo sbocco a Nord

Caos al Brennero, Confindustria rilancia lo sbocco a Nord

A volte ritornano. Il tormentone della viabilità bellunese riparte, senza tramontare mai, ma finora senza una soluzione concreta. Perché lo sbocco a Nord serve, può essere utile (o indispensabile) ma piace ad alcuni, non a tutti. Ecco perché ieri Confindustria è tornata alla carica. 

«Il caos al Brennero è conclamato e la soluzione passa per Belluno: la politica, a tutti i livelli, deve prenderne atto. La creazione di un collegamento sostenibile tra Veneto ed Europa è una questione nazionale ed europea. Il futuro dell’export – e quindi del nostro manifatturiero e del Made in Italy – dipende anche da questo», ha scritto in una nota Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, proprio nei giorni in cui si stanno moltiplicando i disagi ai valichi alpini, in particolare al Brennero con i nuovi divieti delle autorità di Innsbruck pronti a scattare con il primo di settembre.

«L’aumento del traffico che si è registrato nelle ultime settimane a Tarvisio e sulla viabilità di Friuli Venezia Giulia e Veneto orientale dimostra che nessuno può fermare l’economia e le esigenze reciproche di interscambio tra Italia e resto d’Europa. Per questo, i flussi vanno redistribuiti in chiave sostenibile su tutto l’arco alpino» afferma Berton. «Nella scorsa primavera, lo stesso presidente Luca Zaia aveva sollecitato sul tema il ministro Matteo Salvini, che, a sua volta, aveva confermato come il “dossier” di uno sbocco a Nord fosse sul tavolo dell’Esecutivo. Mi auguro che la questione – dopo la pausa estiva – ritorni all’ordine del giorno anche con il supporto della regione Friuli Venezia Giulia e del suo presidente Massimiliano Fedriga. C’è bisogno di un’asse tra i territori produttivi di questo Paese».

Confindustria va dritta al punto: servono infrastrutture. «Vedo con piacere che presto si apriranno i cantieri della Via del Mare e che si torna a parlare concretamente di Romea Commerciale tra Mestre e Cesena. C’è la consapevolezza che senza infrastrutture non vi è crescita. Lo sbocco a Nord rientra in quest’ottica e potrebbe rendere tutti questi collegamenti ancora più efficienti ed efficaci. Anche la Superstrada Pedemontana Veneta – ormai prossima al suo completamento – ne trarrebbe un enorme beneficio», rimarca Berton. Che chiama in causa la politica. «È il momento di programmare seriamente il futuro di questi territori da qui ai prossimi decenni. Purtroppo, lo sbocco a Nord è spesso stato visto come una tematica locale, terreno di diatribe ideologiche e fazioni. In realtà è una questione nazionale ed europea ineludibile per un Paese che è la seconda nazione manifatturiera d’Europa con il Nordest che fa da traino».

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