Gestire l’impatto dei cambiamenti climatici sul territorio bellunese da qui al futuro, con analisi e previsioni sui rischi per la popolazione e le attività economiche. È questo l’obiettivo di un ambizioso progetto presentato ieri a Confindustria. Di fatto, un progetto che mette il Bellunese al centro della ricerca nazionale sul tema. Ci sta lavorando una task-force costituita da Enel Foundation, Venice International University, Centro Euro Mediterraneo sui cambiamenti climatici e Confindustria Belluno Dolomiti.
Lo studio si concentra per l’appunto sul Bellunese, e prende le mosse dall’analisi dei cambiamenti climatici in atto e prospettici per formulare una valutazione puntuale dei rischi di specifiche realtà territoriali. Valutare i rischi connessi al clima nei processi decisionali infatti consente di programmare al meglio gli interventi di adattamento sia pubblici che privati per assicurare sviluppo sostenibile a tutti e a ciascuno dei membri delle comunità in cui si opera.
«Se vogliamo rimanere in montagna, dobbiamo fare i conti con le mutazioni del clima, i cui effetti abbiamo imparato a conoscere molto bene sulla nostra pelle negli ultimi anni» afferma Lorraine Berton, presidente degli industriali. «Penso alle straordinarie nevicate degli anni recenti fino alla tempesta Vaia del 2018, o ai tanti fenomeni violenti che spesso registriamo dalle terre alte ai fondovalle. Parlare di clima non è una moda, ma una necessità, soprattutto se vogliamo programmare le nostre attività umane ed economiche nel medio e lungo periodo. Eventi climatici estremi sempre più frequenti sono un rischio per la popolazione, per il territorio e per le stesse imprese che hanno bisogno di certezze per investire e attrarre talenti. Analisi, monitoraggio e prevenzione dei rischi climatici, dove possibile, sono quindi le azioni da adottare nella montagna bellunese del futuro».