In campo, l’Italia Under 17 non ha portato solo il lutto.
Ha portato un nome. E se lo è tatuato sulla pelle. Sette lettere: Bristot: E un numero: 6.
Perché il 6, di solito, è stampato sulla schiena di Alessandro, azzurrino della baby nazionale di volley, impegnata negli Europei di categoria in Albania.
Ma Ale, che stava rincorrendo il suo sogno, è stato costretto ad abbandonare il gruppo e a tornare a casa, dove si è materializzata un’indicibile tragedia: il fratello Davide è spirato improvvisamente, a soli 18 anni.
Così gli azzurrini, pur a distanza, hanno cercato di manifestare la loro vicinanza al compagno di squadra e all’intera famiglia Bristot: con un piccolo, ma significativo gesto, accompagnato da uno dei momenti più toccanti della partita contro l’Austria. Durante l’inno di Mameli, è comparsa la maglia di Alessandro (la numero 6, per l’appunto), esposta con orgoglio e commozione: lì, in mezzo al campo. Perché Ale è uno di loro. E per questo avrebbero voluto dedicargli la vittoria: a lui, a papà Paolo, mamma Barbara, a Nicola, Ma il peso da sostenere era eccessivo per gli azzurrini. E il successo è sfuggito al tie-break.
Nessuna dedica, quindi. Nessuna parola: sarebbe suonata vuota e retorica. Solo quelle lettere. E quel nome. Che rimarrà per sempre, anche quando la scritta sarà scolorita dal tempo.