Loro, la montagna, la amano. Ma soprattutto la abitano. E la vivono: ogni giorno. “Loro” sono cinque donne del Cadore e offrono il punto di vista più indicato, e mirato, rispetto a un problema ormai insostenibile: quello del traffico paralizzato nei weekend

La coda di automobili in rientro, domenica scorsa? Non si tratta di una situazione di sofferenza solo per i turisti e per l’ambiente, ma anche e soprattutto per le persone che vivono nei paesi posti lungo la strada di Alemagna (gli abitanti della montagna non vengono mai nominati). 

Anche chi abita in Cadore, come le sottoscritte, per diverse domeniche all’anno deve mettersi in coda per spostarsi da paese a paese o rinunciare a scendere a Belluno per i tempi di percorrenza. Questo problema, tuttavia, per certi aspetti, preoccupa meno rispetto a quello legato all’inquinamento dell’aria e acustico. 

Vogliamo parlare anche della sicurezza sulle strade? Molte delle automobili che la domenica procedono a passo d’uomo verso la pianura, il venerdì sera, il sabato (tutto il giorno) e la domenica mattina sfrecciano per i centri abitati a velocità indicibili, anche facendo sorpassi e “ignorando”, evidentemente, che i paesi sono abitati. Sì, certo. non dubitiamo che alcuni di questi inqualificabili guidatori siano anche bellunesi e cadorini.

Infine, cogliamo l’occasione per sottolineare la sofferenza quotidiana, conseguente alle centinaia di camion, tir, autoarticolati e autobotti che attraversano i sempre meno ameni paesi del Cadore. Una situazione insostenibile ancora una volta sotto il profilo dell’inquinamento (dell’aria e acustico), del consumo e danneggiamento del manto stradale e della sicurezza, dal momento che nemmeno questi mezzi rispettano i limiti di velocità».

Iolanda, Flora, Anna, Olga e Daniela