Oltre 3mila studenti in meno in 13 anni, la demografia scolastica crolla

Oltre 3mila studenti in meno in 13 anni, la demografia scolastica crolla

«Per costruire l’offerta scolastica del futuro, in montagna, dobbiamo partire dai numeri e da una considerazione di fondo: sono necessarie misure di razionalizzazione». È la considerazione della consigliera provinciale delegata all’istruzione, Serenella Bogana, a margine del tavolo di lavoro sul dimensionamento scolastico con sindaci e sigle sindacali della scuola. Un incontro che si è tenuto martedì (26 settembre) ed è partito dall’analisi dei dati demografici elaborati dall’Ufficio statistica della Provincia. 

IL DATO

I numeri dicono che il Bellunese ha perso all’incirca 3.200 ragazzi negli ultimi 13 anni. Gli iscritti alle scuole erano 22.383 nell’anno scolastico 2010-2011 (8.748 alle elementari, 5.524 alle medie e 8.111 alle superiori), mentre nell’anno appena avviato sono 19.126 (6.555 iscritti alle elementari, 4.731 alle medie, 7.840 alle superiori). Un calo costante e continuo che è conseguenza diretta dello spopolamento. E secondo le proiezioni, le scuole bellunesi sono destinate a perdere altri 2.700 ragazzi entro il 2029. Nell’anno scolastico 2029-2030 infatti il totale degli alunni viene stimato a quota 16.003 (5.563 alla primaria, 3.915 alle medie, 6.525 alle superiori).

LE NECESSITÀ

«Di fronte a questi dati, consegnati ai sindaci e ai sindacati presenti al tavolo di lavoro, non resta altro da fare che prenderne atto e mettere in campo misure di razionalizzazione. Del resto, le linee guida regionali sulla programmazione della rete scolastica e dell’offerta formativa ci obbligano già a ragionare sul dimensionamento scolastico, perché il numero di presidi e di Dsga assegnati alle scuole non aumenterà di certo nei prossimi anni» sottolinea la consigliera Bogana. «Si badi bene, non si tratta di tagliare e neppure di chiudere scuole o plessi, ma di conservare la diffusione del servizio scolastico sul territorio. Stiamo parlando di accorpare istituti. Che di fatto è quello che già succede in concreto, quando ci sono presidi a scavalco che reggono più di una scuola».

Al momento sono in discussione due accorpamenti: la fusione Calvi-Dolomieu per quanto riguarda gli istituti superiori, e l’istituto comprensivo e l’onnicomprensivo di Cortina. Tra le proposte emerse dal tavolo tecnico, anche quella di chiedere per le aree montane incentivi a fronte di dimensionanti che nascono spontanei dalle scuole. «Un po’ come i bonus accordati ai Comuni che vanno a fusione» spiega la consigliera Bogana. «È un’idea che può essere percorribile. Su tutto però va specificato che di fronte ai numeri e alle proiezioni, siamo obbligati a fare scelte che mettano il territorio nelle condizioni di salvaguardare la qualità dell’istruzione, senza subire decisioni calate dall’alto, scenario inevitabile se non saremo in grado di decidere per noi stessi».

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