Non sarà un bianco Natal, ormai è scontato. Saranno piuttosto festività calde, almeno fino a Santo Stefano, con temperature primaverili e valori di una decina di gradi oltre la norma, specie in montagna. Le ski aree sono pronte e tirate a lucido, ma sperano che il meteo cambi in fretta. Lo zero termico sopra i 3.500 metri in questo periodo dell’anno non ci vuole proprio.
I DATI
Le temperature registrate ieri (23 dicembre) sono da marzo inoltrato: 16 gradi abbondanti a Belluno, 15 a Feltre (dove il 22 si erano sfiorati i 17 gradi), 18,5 ad Agordo, 14 a Forno di Zoldo, 11 a Cortina (dove la minima della notte era stata +5), 13 ad Auronzo, quasi 8 ai 1.600 metri di Arabba (dove la minima della notte era stata +4). Insomma, primavera piena, se non fosse che il calendario recita dicembre.
LE PREVISIONI
Il tempo non cambierà di molto nei prossimi giorni. «Tra domenica 24 e martedì 26, l’espansione verso est dell’alta pressione atlantica dovrebbe garantire giornate caratterizzate da tempo stabile, senza precipitazioni e in prevalenza soleggiato il 24, salvo qualche annuvolamento alto in transito; tra il 25 e il 26 ci sarà una maggior nuvolosità soprattutto in pianura, dove sarà probabile la formazione di foschie/nebbie o nubi basse, a tratti estese, che specie nella giornata di Santo Stefano potranno interessare anche qualche valle prealpina» fanno sapere i meteorologi di Arpav. «Le temperature si manterranno su valori in prevalenza sopra la norma specie in quota,
dove lo zero termico salirà fino a 3.000-3.500 metri circa tra il 24 e il 25 e in lieve calo dal 26».
LO STORICO
Caldo e temperature sopra la norma non sono però un record assoluto. «La fine dicembre più calda e asciutta è stata su tutta la regione Veneto quella del 2022» spiegano i meteorologi. «Quella più fredda e asciutta si è registrata nel 2001, in modo anche molto marcato sia in pianura che in montagna». Per trovare il dicembre con più pioggia e più neve bisogna andare indietro di dieci anni esatti: era il 2013 e molti ricorderanno il black-out di Santo Stefano con oltre 80mila utenze al buio a causa delle grandi nevicate che avevano provocato la caduta di alberi sulle linee elettriche del Cadore e dell’Agordino.