Tutto come da previsione: giugno nero per il turismo. Sono mancati gli stranieri e si vede. Ed è mancata pure la possibilità di spostarsi in serenità. Le somme si tireranno alla fine, ma intanto il primo mese dell’estate (e anche quello della ripartenza post-Covid) è una zavorra importante sui bilanci degli operatori. Lo dicono i numeri, i primi dati ufficiali della stagione (per avere i flussi di luglio e agosto bisognerà attendere un po’).
IL DATO
C’era da aspettarselo, è vero. Ma i numeri sono impietosi. Presenze -64% rispetto al giugno 2019. Arrivi addirittura -72%. Un anno fa erano giunte tra le Dolomiti bellunesi 108.669 persone, quest’anno appena 30.353. I pernotti invece erano stai 272.363 nei trenta giorni di giugno del 2019, si fermano a 98.044 quest’anno.
Il dato più pesante nel crollo è dato dagli stranieri, impossibilitati (o quasi) a muoversi dai loro Paesi; una mancanza che si rileverà facilmente anche dai dati di luglio, agosto e settembre (e che gli albergatori hanno già registrato). Di fatto non si è parlato inglese né tedesco quest’anno in montagna. Nessun accento spagnolo e neppure polacco. Nel 2019 gli arrivi stranieri erano stati 58.439 nel solo mese di giugno (di fatto, la metà esatta degli arrivi totali), mentre quest’anno si sono fermati a 4.688 (-92%). Stesso andamento per le presenze: 136.305 nel giugno 2019, 12.475 quest’anno (-90,8%).
IL DETTAGLIO
Nel nero più nero, a salvarsi sono le vacanze “meno strutturate”. Forse gli alberghi sono stati percepiti come meno sicuri. Fatto sta che gli appartamenti privati e gli agriturismo, e parzialmente anche i campeggi hanno avuto cali decisamente più contenuti, tutti sotto il 50% rispetto al giugno 2019 (nel caso degli appartamenti privati, -43% e gli agriturismo -44%). Malissimo invece gli alberghi, soprattutto quelli a 4 e 5 stelle: 4.700 presenze contro le quasi 41.500 del giugno 2019 (-88,9%). Gli alberghi a 3 stelle e inferiori si aggirano su cali dal 70 al 60%.