Esuberi alla Diab, lavoratori e sindacati: «Non si molla»

Esuberi alla Diab, lavoratori e sindacati: «Non si molla»

«Non molleremo». E’ un coro unanime quello che questa mattina ha unito lavoratori e sindacati, davanti ai cancelli della Diab di Longarone, la storica azienda operante nel settore della plastica la cui proprietà svedese ha annunciato 185 esuberi, su 250 dipendenti totali.

Una decisione improvvisa e rapida, che per l’azienda dovrebbe concretizzarsi già entro la fine di marzo, rispedita al mittente dai sindacati, che hanno parlato a circa 150 lavoratori, riunitisi in presidio durante le otto ore di sciopero annunciate.

Il futuro è a tinte molto fosche per un’azienda che rappresenta la storia del territorio longaronese e non solo, nata già 80 anni fa come Faesite e nel tempo capace di evolvere e restare sempre al passo con i tempi.

La decisione della proprietà di dismettere la linea che produce Pvc (quando, ricordano i sindacati, ancora in inverno si parlava solo di una “lieve flessione” nei volumi produttivi) ha creato, e non potrebbe essere altrimenti, sgomento e angoscia nei lavoratori di molte nazionalità, alcuni giovani ma molti di loro piuttosto anziani e specializzati in un prodotto che non è parte di una filiera.

Ma non si molla. «Ora si aprirà il tavolo in Regione, che abbiamo già richiesto – spiegano i sindacati – e se non sarà sufficiente interesseremo direttamente il Ministero dello sviluppo economico. Quello che chiediamo ai lavoratori è di restare uniti nella lotta. Solo così potremo contrastare una decisione repentina e drammatica».

A portare la solidarietà ai lavoratori pure il presidente della Provincia, Roberto Padrin, anche nella veste di sindaco di Longarone: «Servono soluzioni immediate per ridurre gli esuberi e poi un progetto più ampio per evitare il susseguirsi di crisi industriali che troppo spesso siamo costretti a tamponare», le sue parole. «A quanto dicono, l’azienda intende chiudere la produzione di componenti e materiali per pale eoliche, a causa di criticità di mercato. Ma gli esuberi previsti si ripercuotono a livello locale, con una crisi sociale che in questo momento non possiamo sostenere. Nei prossimi giorni ci sarà un tavolo con la struttura regionale dell’assessora Donazzan, per cercare di trovare soluzioni rapide, in termini di ammortizzatori sociali. Nel frattempo lavoreremo in squadra, come abbiamo fatto in questi anni Regione, sindacati e territorio insieme, per incontrare l’azienda e chiedere che faccia un passo indietro. Negli anni Diab ha investito molto sullo stabilimento di Longarone e ha una lunga storia. E questa storia dovrà continuare».

«L’amarezza è grande – puntualizzano i sindacati – anche perché pensare di chiudere una linea che realizza prodotti per le pale eoliche, che producono energia “green”, suona come una beffa in un momento storico su cui l’intera Europa spinge forte sulla transizione ecologica, mettendo sul piatto 2.000 miliardi di euro».

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