Da 310 a 500. Sono i numeri dei migranti ospitati in provincia di Belluno. Cifre destinate a crescere nel giro di pochi mesi. E quindi cifre destinate a creare un’emergenza in termini di spazi. Servono strutture e servono subito. Lo ha ribadito anche la riunione di ieri mattina (18 luglio) convocata in Prefettura.
In questo momento in Italia ci sono circa 70mila tra migranti e richiedenti asilo. Una situazione in continua evoluzione, perché gli sbarchi non si sono fermati (e di certo non sono bastate le boutade elettorali di Salvini e Meloni per cambiare le rotte del Mediterraneo). In provincia di Belluno sono 310 le persone ospitate. Cresceranno fino a 400 nel giro di qualche settimana, con la previsione di arrivare a 500 entro fine estate.
Al momento è stata attivata l’accoglienza diffusa, in una trentina di Comuni. Vale a dire che non ci sono concentrazioni di migranti. Ma da qualche giorno a Pieve di Cadore è stato aperto un Cas (centro di accoglienza straordinaria) in grado di ospitare fino a 50 persone. E in agosto aprirà a Lamon un altro Cas, con disponibilità fino a 25 posti. Non può sfuggire che Pieve e Lamon sono due Comuni amministrati dal Pd. In ogni caso, anche questi Cas non basteranno. Ecco perché servono nuove strutture.
La riunione di ieri in Prefettura lo ha reso quanto mai manifesto. Esiste un accordo a tre, Prefetture-Anci-Regione, che chiede agli enti locali di individuare strutture di proprietà per metterle a disposizione dell’accoglienza. Un lavoro comunque non facile.