Seicento anni fa il Cadore entrava nell’orbita veneziana. Oggi si proietta in un calendario fitto di appuntamenti tra storia, arte e natura. Un ricco programma di eventi per celebrare i sei secoli della dedizione alla Serenissima. Titolo: “Alla scoperta del Cadore”, iniziativa promossa dalla Magnifica Comunità e inserita nel progetto “Itinerari in rete: per lo sviluppo di un turismo culturale”. In parole povere, un’estate ricca di cultura, eventi, laboratori e visite.
Si comincia subito, domenica prossima (28 giugno). L’appuntamento inaugurale è la passeggiata storico – archeologica “Sulle tracce di Bartolomeo d’Alviano”, condotta dall’archeologo Gian Galeazzi. Sarà una vera e propria “passeggiata nella storia”, per ripercorrere tappe ed episodi della celebre battaglia di Cadore che si consumò nei pressi di Pieve nel 1508 e vide fronteggiarsi le armate veneziane comandate da Bartolomeo D’Alviano e quelle tedesche guidate da Sisto Von Trautson. Ritrovo alle 9 alla fontana alta della borgata Costa a Valle di Cadore; si percorrerà un tratto della via Regia e si visiteranno alcuni luoghi significativi della riconquista del Cadore di Bartolomeo d’Alviano. Verrà raggiunta la località della battaglia, Rusecco, e in conclusione il punto sul Monte Ricco dove sorgeva l’antico castello di Pieve.
Il programma “Alla scoperta del Cadore” proseguirà in luglio: sabato 18 alle 11 con l’inaugurazione in sala Cos.Mo dell’attesa mostra dossier “Venezia in Cadore. 1420-2020 la Dedizione del Cadore alla Serenissima e un quadro di Cesare Vecellio”, allestita alla Casa natale di Tiziano Vecellio, evento principale delle celebrazioni dei 600 anni della dedizione del Cadore a Venezia.
A seguire non mancheranno laboratori pratici, visite animate, eventi musicali, appuntamenti di approfondimento. «È con particolare piacere che la Magnifica Comunità di Cadore, in collaborazione con molte istituzioni comunali e culturali cadorine è riuscita a definire un programma di eventi legato alla riscoperta dei nostri straordinari luoghi – dichiara Renzo Bortolot, presidente della Magnifica Comunità -. Abbiamo maturato la necessità di realizzarli perlopiù all’aperto, trasformando un’esigenza dettata da normative nazionali in un’opportunità di scoperta del Cadore».