Croce Rossa a lampeggianti spenti? No, non è così. Il comitato provinciale si vede costretto a ridimensionare le sue attività. Il convegno organizzato in città per la fine del mese è stato annullato, ma –assicura il presidente Fabio Zampieri- verrà riproposto non appena i relatori saranno nuovamente disponibili. Il virus ha creato dei problemi a tutte le attività legate al mondo extra volontariato come ad esempio gli stage formativi per le scuole, i corsi di disostruzione pediatrica, molto richiesti, e quelli rivolti alle aziende. Il servizio in convenzione con il Pronto Soccorso, invece, resta attivo.
«I nostri volontari in questa emergenza hanno prestato servizio all’aeroporto Marco Polo di Venezia. Il nostro compito era quello di misurare la temperatura dei passeggeri che sbarcavano dai voli».
L’associazione è impegnata anche sul nostro territorio?
«Certo. Negli ultimi giorni la Croce Rossa interviene (in sintonia con altre organizzazioni di Protezione Civile) per soddisfare le chiamate allo sportello comunale “io resto a casa…e ci sentiamo” per effettuare consegne a domicilio, di farmaci e generi alimentari, alle persone che hanno difficoltà negli spostamenti».
Nei giorni scorsi si è verificato un episodio spiacevole per la vostra associazione a livello nazionale. Alcune persone, con il pretesto di essere volontari, portavano a termine delle rapine. Ci sono stati episodi in Provincia?
«No. Nel territorio bellunese non si sono registrati eventi simili. Questi episodi, però, strumentalizzano la Croce Rossa a causa della sua visibilità, dovuta alla distribuzione capillare dei comitati sull’intero territorio nazionale. Questo dispiace perché vengono strumentalizzati anche tutte quelle brave persone: i volontari».
(si ringrazia Giovanni Bianchini per aver raccolto la voce del Comitato di Belluno della Croce Rossa e per aver confezionato l’articolo)