L’Abvs non teme il coronavirus. I donatori bellunesi non si sono fatti spaventare dall’emergenza sanitaria. Altrove (a livello nazionale) si è verificato un calo delle donazioni. A Belluno no. Parola di Gina Bortot.
«Nel nostro territorio non abbiamo “patito” nessuna carenza – spiega la presidente dell’associazione bellunesi volontari del sangue -. Come è stato possibile? Grazie alla chiamata organizzata. Dal 1997 la nostra associazione è dotata di un centro di chiamata e prenotazione che garantisce le donazioni in modo regolare». E per regolare, si intende sempre attivo. Anche adesso, nonostante le ultime restrizioni imposte dal Dpcm e dall’emergenza sanitaria.
«Il centro trasfusionale e i centri di raccolta non hanno subito variazioni per quanto riguarda le giornate di apertura. Anzi – continua Gina Bortot -. Addirittura, l’associazione ha dovuto aumentare le prenotazioni giornaliere». Le “sacche” quindi sono venute a mancare in altre aree d’Italia, per il semplice fatto che i volontari non si presentano all’ospedale per le misure di quarantena e anche per paura di essere contagiati dal virus. Le donazioni di sangue, però, non hanno nessuna correlazione con il Covid-19. Ma continuano a servire per il funzionamento delle terapie degli ospedali italiani. Il sangue umano infatti non è ancora stato sostituito da materiali sintetici o artificiali; i donatori restano l’unico punto salvo per gestire le emergenze. «Ecco perché le donazioni sono importanti tutto l’anno» conclude la presidente di Abvs. Che lancia un appello: «Tutti i ragazzi maggiorenni e in buona salute, che desiderano diventare volontari possono contattare la segreteria allo 0437 27700 per concordare una visita di idoneità alla donazione».
(si ringrazia Giovanni Bianchini per aver raccolto la voce di Abvs e aver confezionato l’articolo)