«Il coronavirus come esperienza quaresimale». L’emergenza vista dal parroco

«Il coronavirus come esperienza quaresimale». L’emergenza vista dal parroco

Chiese aperte, messe spente. Anzi, inesistenti. Così vogliono le misure di contenimento del Covid-19. Quindi, quaresima a ritmo di coronavirus. Senza celebrazioni, senza via crucis. Anche senza i funerali.

Una situazione complessa per i fedeli delle comunità cristiane. Ma complessa anche per i sacerdoti, che non possono svolgere il loro ministero in maniera “normale”, o canonica che dir si voglia. Lo sa bene don Lorenzo Menia, parroco di Santo Stefano a Belluno. Che tra le altre cose, a causa del coronavirus dovrà rinunciare anche alla grande festa della Madonna Addolorata, per i bellunesi la “sagra dei fisciot”.

«Interrompere l’opportunità di aggregazione era necessario in questo momento – dice don Lorenzo -. E il non poter celebrare le messe non lo considero certamente un’interruzione di rapporto con la mia gente. Anzi, il rapporto affettivo, e spirituale, lo sento ancora più forte».

In che senso?

«Nel senso che questo stop è necessario per evitare il contagio e garantire la sicurezza e la salute di tutti».

Lei dice messa in privato? 

«No, io non celebro. Non è necessario. In una situazione come questa il Signore ci è vicino anche se non viviamo quotidianamente l’eucarestia. Considero anche questa prova una situazione di “povertà spirituale” che fa bene all’anima». 

La sua giornata tipo è cambiata radicalmente? 

«Radicalmente no. È cambiata nella misura in cui è cambiata per tutte le persone e le famiglie. Ho certamente più tempo per studiare, leggere, pregare, pensare, telefonare e anche fare le pulizie di casa, dal momento che vivo da solo».

Questa sarà una Quaresima particolare senza la via crucis e la tradizionale benedizione delle case. Si potrà ancora chiamare Quaresima? 

«Assolutamente sì. Il coronavirus è la vera Quaresima di quest’anno. È una prova collettiva che riuscirà a far riscoprire a tutti i tanti valori che si sono persi. Penso alle famiglie che sono costrette a vivere chiuse in casa e, sicuramente, finita l’emergenza tutti apprezzeranno di più la vita quotidiana». 

Secondo lei quali valori si possono riscoprire?

«Molti. Per esempio: non siamo onnipotenti, il rapporto con la natura deve essere rivisto, la libertà individuale non è un valore assoluto, il senso della fragilità della vita, il bisogno di relazioni profonde e veraci, il senso di comunità…».

E all’interno di una comunità cristiana?

«Un’educazione più seria da parte dei genitori cristiani, la gioia di appartenere a una comunità, riscoprire che l’eucarestia è un dono formidabile… la preghiera personale non può mai mancare e si deve avere uno sguardo “religioso” sulle vicende della vita».

Come ha reagito a questa emergenza sanitaria scoppiata quasi di sorpresa?

«Per me è stato quasi “normale”. In queste situazioni non ci si può far prendere dall’emotività, ma bisogna avere una visione razionale. Nella storia ci sono state molte epidemie di questa entità. Nel secondo dopoguerra l’Italia ha dovuto lottare contro l’epidemia del vaiolo (l’obbligo di vaccinazione antivaiolosa in Italia è arrivato nel 1966, ndr) e quindi non mi meraviglio. Non sarà né la prima né l’ultima volta».

Al momento non si possono celebrare i funerali. Come si farà finita la pandemia?

«Ora si può benedire la salma in cimitero con ristrettissimi familiari. Passata la pandemia si potrà celebrare la messa di suffragio in modo pubblico nelle chiese».

Qual è l’immagine che ricorderà con più affetto di questo periodo? 

«Ricorderò certamente con infinita riconoscenza, con emozione e affetto il lavoro straordinario dei medici, del personale sanitario, dei volontari che si sono adoperati per fronteggiare l’emergenza».

(Si ringrazia Giovanni Bianchini per aver raccolto l’intervista a don Lorenzo)

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto