Esercizio provvisorio. Il padre di tutti i problemi rimane Veneto Strade. Non tanto per la manutenzione della viabilità, quanto per questioni di cassa. Perché anche nel 2020 la Provincia di Belluno dovrà reperire le risorse economiche necessarie a pagare in toto la convenzione con l’azienda regionale. Insomma, anno nuovo problemi vecchi.
LA QUESTIONE
Tutto ruota attorno a due concetti. Il primo è molto semplice: riguarda l’annullamento delle risorse destinate alla Provincia per il capitolo viabilità. Il secondo invece sta tutto nella partita Anas: finché l’azienda non entra nella società Veneto Strade è impossibile ridefinire i costi e quindi anche la convenzione.
LE RISORSE
Dal 2004 al 2010 lo Stato ha sempre iniettato nelle casse provinciali 15 milioni di euro per la gestione dell’asfalto. Cifra che veniva girata interamente a Veneto Strade, e tutti vivevano felici e contenti. Nel 2011 il trasferimento statale si è ridotto a 11 milioni, ma Palazzo Piloni ha continuato a dare 15 milioni a Veneto Strade. Poi è stato un tracollo verticale: la cifra per pagare la manutenzione stradale è rimasta ferma, i fondi statali invece sono andati a picco (7,4 milioni nel 2012, 5,2 milioni nel 2013, 4,1 milioni nel 2014, 0 milioni a partire dal 2015). Impossibile dimenticare le battaglie a Villa Patt, con minacce di chiusura del servizio da una parte e le promesse dell’allora sottosegretario Bressa dall’altra.
ANAS
La soluzione sembrava essere quella di un rimpasto societario: Anas entra in Veneto Strade e fa il socio con il portafoglio ricco. In questo modo Belluno avrebbe pagato meno, rinunciando alla proprietà su alcuni assi stradali (Sr 203 agordina, e Sp 1 della Sinistra Piave, tanto per citarne due). Solo che la partita Anas è in grave ritardo. E intanto Belluno dovrà pagare tutto anche per il 2020, in esercizio provvisorio. Dopotutto le strade ci sono e sono indispensabili in una provincia montana, con distanze enormi da nord a sud.