L’albero delle rose: il fiore degli amori impossibili che colora la montagna

L’albero delle rose: il fiore degli amori impossibili che colora la montagna

C’era un volta una ragazza. Ricca e capricciosa. A tal punto da chiedere al suo fidanzato una prova d’amore: un mazzolino di fiori rosa. Il giovane, innamorato e spavaldo, si arrampicò in cima a una montagna. Cercava di raggiungere un cespuglio di roselline, ma non appena le ebbe colte, gli mancò l’appiglio giusto e cadde. La fanciulla capricciosa lo trovo così, morto, con ancora il mazzolino nelle mani, pronto a essere donato.

È la storia triste del rododendro. Sarebbero state quelle le roselline colte dal giovane per la sua innamorata. E come ogni leggenda, c’è un fondo di verità: il rododendro nasce e prospera in luoghi impervi; chi frequenta le Dolomiti e le Prealpi bellunesi può ammirarne in gran quantità in questo periodo, soprattutto in zone rocciose e difficili da raggiungere.

     

Il rododendro (letteralmente “l’albero delle rose”) è un arbusto che produce fiori fucsia. È della stessa famiglia dell’erica e agli apicoltori esperti fornisce un miele particolarissimo (difficile da produrre). La grazia modesta con cui orna le pendici delle montagne ha fatto nascere una leggenda ladina. Protagonista il principe della neve, che viveva in un castello di ghiaccio con la madre, la regina della neve. Un giorno il principe vide una ragazza stupenda, la principessa dei fiori e se ne innamorò. Lei però non poteva ricambiare, perché nel castello di ghiaccio non crescevano piante e fiori. La regina della neve cominciò ad arrovellarsi il cervello per aiutare il figlio. E camminava su e giù per le stanze della sua dimora. Fino a quando i piedi cominciarono a sanguinarle. Ne nacquero dei fiori rosa, di rododendro. Erano gli unici fiori che crescevano nel castello di ghiaccio. Ma tanto bastò alla principessa dei fiori per andarci a vivere con il suo innamorato.

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