“Pensieri in quota al tempo del Covid-19”
di Antonio G. Bortoluzzi
Scrittore, premio Gambrinus-Mazzotti della montagna, finalista Premio Calvino; il suo ultimo romanzo “Come si fanno le cose” è pubblicato da Marsilio
Le vittime, i malati, le misure di contenimento della pandemia Covid-19 ci afferrano per il bavero con brutalità e ci portano indietro nella Storia, a quel tipo di vicende che abbiamo sentito raccontare quando eravamo piccoli nelle nostre case abitate da persone che avevano patito le guerre, le occupazioni, la miseria, le epidemie, la fame. E per la prima volta, da più generazioni, proviamo sulla nostra pelle ciò che abbiamo sentito narrare da padri e madri, nonni e nonne nelle case tutto sommato quiete degli ultimi decenni, in cui c’erano problemi, certo, che però oggi ci sembrano molto relativi e ben risolvibili. Riecheggiano certe parole disperate – spagnola, colera, tubercolosi, peste – e rivediamo quei visi e udiamo quelle voci che narravano vicende che a noi parevano abbastanza tollerabili perché lontane: ora capiamo che quelle storie erano vite, persone, paesi messi davanti alla prova più estrema, la sopravvivenza. Siamo stati strattonati nel profondo della Storia e da lì dobbiamo rialzarci come è accaduto alle generazioni che ci hanno preceduto, glielo dobbiamo.