Esternalizzazione della farmacia comunale, tutti i dubbi della minoranza

Esternalizzazione della farmacia comunale, tutti i dubbi della minoranza

 

L’amministrazione valuta di dare in gestione la farmacia comunale. L’opposizione non ci sta. Il dubbio è che il servizio venga depotenziato. O peggio, allontanato dalle zone più strategiche.

Il caso infiamma il Comune di Alpago, dove qualche settimana fa si è dimessa la dottoressa Paola Zanella, farmacista direttrice della farmacia comunale. Questo il motivo per cui la giunta di Umberto Soccal sta cercando di capire cosa conviene fare: dare il servizio in affitto?

Lo deciderà un professionista esperto del settore, per «valutare la sostenibilità economica finanziaria in ipotesi di affidamento in gestione a terzi dell’attività»; così si legge nell’ultima determina sul tema. L’incarico è già stato affidato a un commercialista, per una spesa di 1.500 euro. Solo che l’opposizione non ci sta.

«La farmacia è  una attività che porta all’interno delle casse comunali un utile, oltre a svolgere un ruolo sociale per gli abitanti dell’ex Comune di Pieve d’Alpago – rimarca Massimo Bortoluzzi, consigliere di minoranza -. Non vorrei che con il passaggio al privato questo servizio entro un breve periodo venisse a cessare, o magari che il nuovo gestore lo sposti in altre aree del Comune. Nel caso in cui il nuovo gestore dovesse chiudere la farmacia per questioni economiche, relative al bacino d’utenza, molto probabilmente ne risentirebbe anche l’ambulatorio del medico di base».

«La minoranza è pronta a sostenere un rilancio della farmacia pubblica – aggiunge il capogruppo di minoranza Giuseppe Savi -. Confidiamo nelle capacità e competenze del personale che la gestisce».

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