Re Ombro, la figlia Ombretta e una matrigna crudele: la leggenda di Sottoguda

Re Ombro, la figlia Ombretta e una matrigna crudele: la leggenda di Sottoguda

 

Un tempo i Serrai di Sottoguda avevano un’entrata chiusa da un enorme portone di bronzo, al di là del quale iniziava il regno di Re Ombro. 

Il Re viveva in un meraviglioso castello e la gente comune lo ammirava solo da lontano: entrare era proibito.  

Ombro trascorreva la sua vita con la figlia Ombretta – ragazza allegra, bella, amata da tutti i sudditi – e con una moglie in seconde nozze. La quale aveva due figliastre.

Ombretta era adorata dal popolo e odiata dalla sua matrigna, perché la vedeva come un ostacolo per le sue acide e non bellissime figlie. 

I cavalieri che visitavano il castello non avevano occhi che per lei. E le sorellastre erano cariche di gelosia per quell’anima bella.

Un bel giorno un cavaliere chiese la mano di Ombretta: Re Ombro, orgoglioso, acconsentì. Subito la notizia ebbe eco nell’intero regno: persino i sudditi furono invitati.

La matrigna ovviamente non la prese bene e decise di vendicarsi, trasformando la splendida ragazza in pietra. 

Re Ombro, disperato, fece cercare la figlia in ogni angolo della terra, ignaro del maleficio della moglie cattiva. Ombretta era comparsa.

Molti anni dopo, un pastore che stava portando le greggi al pascolo, nei dintorni di Sottoguda, sentì un melodioso canto provenire dalle pareti della Marmolada.

All’inizio non ci fece caso, ma poi ascoltò meglio:

«Sono sasso e non mi muovo,

sono roccia in Marmolada, 

Sono figlia abbandonata e la ragione non la so!». 

Così cantava…

Trascorsero gli anni e nessuno ne parlò più, ma chi passa per la Val Ombretta, se osserva con attenzione, può scorgere il viso della povera principessa scolpito nella roccia. 

 

CURIOSITÀ

Si narra che la chiave del portone di bronzo rimase per molto tempo appesa alla porta della chiesa dei Serrai di Sottoguda. 

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