Miele d’edera e di rododendro: produzioni rare tra le Dolomiti bellunesi

Miele d’edera e di rododendro: produzioni rare tra le Dolomiti bellunesi

Si fa presto a dire miele. Perché non ci sono solo acacia e millefiori, i più classici e conosciuti. Tra le Dolomiti, ad esempio, vengono prodotti anche alcuni mieli rari. O rarissimi, come nel caso dell’edera. Pochi vasetti, giusto per fare un esperimento. Una vera e propria chicca che qualche anno fa ha partecipato anche al concorso dei migliori mieli della provincia di Belluno, creato da Apidolomiti e Limana Paese del Miele. 

«Si tratta di una produzione autunnale, visto che l’edera fiorisce tra fine agosto e l’inizio di ottobre – spiega Roberto Piol, presidente di Apidolomiti, la cooperativa che conta più di 700 associati -. È rarissima e difficile, perché richiede molto lavoro. Il miele di edera infatti cristallizza all’istante e ha bisogno di essere sottoposto a procedimenti particolari di deumidificazione». Eppure, c’è qualcuno che tenta di farlo. Proprio come il miele di rododendro, altra produzione rara del Bellunese, concentrata soprattutto nell’Alto Agordino e in zone impervie. Dopotutto, gli apicoltori professionisti vanno a caccia delle fioriture. Le seguono, come i surfisti seguono le onde giuste. E spostano con pazienza e dedizione le loro arnie là dove ci sono i fiori. Le api, infatti, cercano di fare il tragitto più corto possibile tra l’alveare e le fonti di polline. Per cui, posizionare la casette vicino a un bosco di tigli, significherà avere miele di tiglio. Eccola l’altra produzione tipica bellunese, assieme al millefiori di montagna. Tutte Dop, perché il frutto delle api made in Belluno è di origine protetta. 

«Mediamente produciamo 100 quintali l’anno, frutto dei circa 8-9mila alveari dei nostri soci – spiega Piol -. Quest’anno la produzione è stata buona, con una primavera soleggiata e solo in parte rovinata dalla siccità. Compromessa parzialmente la produzione dell’acacia, siamo riusciti ad avere una buona resa dal tiglio. Abbondanti invece i millefiori».

I vasetti saranno protagonisti alla Festa del miele, dal 16 al 18 ottobre, a Limana. Una manifestazione che da anni premia i migliori mieli della provincia, quelli rari, ma non solo; e anche le melate, produzione che si sta ricavando un suo spazio nel mercato. La festa ha il patrocinio della Provincia, che nei giorni scorsi ha visitato proprio la sede di Apidolomiti, per promuovere l’apicoltura come segmento del turismo esperienziale. «È un sapere senza tempo che può diventare un’attrazione – dice il consigliere provinciale delegato al turismo, Danilo De Toni -. Perché crea paesaggio e consente di conservare e gustare la dolcezza del territorio dentro un vasetto di miele».

Il consigliere provinciale De Toni, incuriosito nel laboratorio di smielatura di Apidolomiti (a Limana)

Un mondo affascinante quello delle api e del miele. Un esempio? Dentro l’alveare la temperatura è costante, attorno ai 35°C sia d’inverno che d’estate. Quando fuori fa troppo caldo, le api muovono le ali in modo da creare una sorta di ventilatore. E d’inverno si stringono tutte vicine, per evitare la dispersione di calore.

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