Occupati in calo: il mercato del lavoro scricchiola

Occupati in calo: il mercato del lavoro scricchiola

Safilo e Acc Wanbao: quasi 700 posti di lavoro a rischio

 

Un fantasma si aggira per la provincia. Il fantasma della crisi del manifatturiero. Il Bellunese ne ha già fatto le spese a ridosso del 2008. Safilo Calalzo, Invensys, Ferroli di Alano… sono solo alcuni esempi di chi non ce l’ha fatta. Strascichi più o meno lunghi si sono riversati su altre aziende, che ancora oggi annaspano. Senza contare che l’occhiale oggi traina, ma non è detto che continuerà a farlo in eterno. In mezzo a tutto questo, i problemi annosi della ex Zanussi, passata di mano in mano e spolpata pezzo per pezzo fino ad arrivare ai cinesi; e la nuova crisi scoppiata in Safilo. 

Intanto, anche il mercato del lavoro in provincia comincia a mostrare qualche scricchiolio. Al netto di quanto sta accadendo in Acc Wanbao.

I NUMERI 

I dati sono riferiti al primo semestre 2019 (l’osservatorio di Veneto Lavoro ha già i numeri aggiornati a dicembre, ma solo a livello regionale, non per provincia). E dicono che c’è stata una perdita di posti di lavoro. Il saldo tra assunzioni (16.810) e cessazioni (18.050) dice -1.240. E poco importa se i nuovi rapporti di lavoro sono maggiori rispetto al primo semestre 2018 (14.975), perché nel giugno di un anno fa il saldo era positivo (+955).

I dati dicono che nel primo semestre 2018 era maggiore la propensione di crescita (con 4.230 assunzioni di lavoro somministrato), mentre quest’anno prevalgono le incertezze del mercato con conseguente riduzione delle somministrazioni dentro le aziende (-605).

Rispetto all’inizio della crisi del 2008, al 30 giugno risultano persi 825 posti; il conto diceva 8.000 tondi nel 2014. Quindi il bicchiere rimane mezzo pieno? A dirla tutta no, perché ci sono alcune differenze non di poco conto. A cominciare dalla maggiore precarietà (nel 2008 prevaleva il tempo indeterminato, oggi non più). Per proseguire fino alla quantità e qualità del salario, che oggi risulta mediamente inferiore rispetto a undici anni fa. 

POTERE DELLO SPOPOLAMENTO

Eppure il livello di disoccupazione rimane molto basso. Più basso rispetto alle altre province del Veneto. Secondo il sistema statistico della Regione Veneto, il tasso di occupazione nel Bellunese a inizio 2019 era del 51% (perfettamente in linea con il dato regionale, al 50,9%). Soprattutto nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni, e in quelle 35-44 e 45-54 anni la provincia dolomitica segnava il miglior risultato di tutto il Veneto.

Possibile? Sì. È l’effetto dello spopolamento. Cala la popolazione e quindi decresce anche il numero di inoccupati. Lo faceva notare anche la Cgia di Mestre, nel suo report della primavera 2018: «Il tasso di occupazione risulta elevato e in aumento; se guardato singolarmente, rischia di dipingere la provincia di Belluno in crescita occupazionale. Il tasso è invece aumentato per il crollo del denominatore che lo calcola, ovvero della popolazione in età lavorativa, perché gli occupati in termini assoluti sono diminuiti».

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