Ha appena compiuto 50 anni. Ed è fortemente contagioso. Calma, non stiamo parlando del virus. Ma di Ivano Da Canal. Uno che contagia attraverso il suo sorriso, la sua allegria, la sua intraprendenza. Nonostante tutto. 

Già, nonostante un incidente che ha cambiato per sempre i contorni della sua vita. Ivano, infatti, è tetraplegico. E, anche in sedia a rotelle, non smette di praticare sport: nell’handbike ha ottenuto risultati di rilievo persino in competizioni di carattere nazionale. 

Tuttavia, il suo habitat, quasi naturale, è diventato l’acqua: «In vasca posso muovermi liberamente, non ci sono ostacoli, né barriere – racconta Ivano -. Nuotare non è solo una passione, ma un modo per stare bene, tenermi attivo, mantenere la muscolatura e, di conseguenza, conservare la mia autonomia. Insomma, per quanto mi riguarda la piscina è sinonimo di salute. E di benessere». 

Piscina che ora è chiusa a doppia mandata: è così in tutta Italia. E la provincia di Belluno non fa eccezione: «Non capisco questo provvedimento. Il rischio di contagio all’interno delle strutture natatorie è pressoché nullo. Al contrario, l’acqua è un elemento che aiuta le persone con disabilità, ma anche chi è reduce da operazioni o incidenti e deve intraprendere un percorso riabilitativo». Percorso che è inevitabilmente interrotto dalle recenti disposizioni governative: «Il mio non è un capriccio – conclude Ivano – è una necessità. Mi appello al Governo: riaprite le piscine».