Si sono conclusi ieri, a Imola, i Mondiali di ciclismo. Mondiali destinati a entrare per sempre nella storia delle due ruote azzurre. E della Manifattura Valcismon.
Perché Filippo Ganna, venerdì scorso, si è laureato campione del mondo a cronometro. Ed è la prima volta in assoluto che un italiano veste la maglia iridata nella prova contro il tempo. Una prova in cui a fare la differenza sono le gambe e il fiato, su questo non si discute. Ma anche una serie di aspetti tecnici.
E qui entra in scena la Manifattura Valcismon della famiglia Cremonese. Perché è sotto il marchio Castelli che è nato il body con il quale Ganna è sfrecciato a una media di 53 km/h, lungo 37,1 chilometri del percorso: «Il body è fatto con quattro tessuti diversi che reagiscono in modo diverso alla velocità del vento – racconta alla Gazzetta dello Sport Steve Smith, ingegnere di Castelli – nelle differenti zone del corpo. Un tessuto che va bene sulle braccia, non va bene sulla schiena. E quello di Ganna funziona solo con velocità superiori ai 50 km all’ora, garantisce 15-20” in meno. A 40 all’ora non è granché. Il body per noi è come il volo di un aereo».
Un volo iridato.